(Reuters Health) – I pazienti con un’allergia alla penicillina avrebbero un rischio del 51% più alto di andare incontro a infezioni a livello del sito chirurgico (SSI – surgical-site infection). Il motivo sarebbe dovuto all’antibiotico sostitutivo utilizzato, ma - dal momento che spesso, coloro che dichiarano di essere allergici alla penicillina non sempre lo sono effettivamente – una valutazione caso per caso potrebbe evitare molte infezioni.
A evidenziarlo è stato uno studio pubblicato da Clinical Infectious Diseases e coordinato da
Kimberly Blumenthal, del Massachusetts General Hospital e della Harvard Medical School di Boston.
Lo studio
I ricercatori americani hanno valutato il rischio di SSI tra 8.385 pazienti che si sono sottoposti a 9.004 interventi chirurgici, inclusi artroplastica di anca o ginocchio, isterectomia, chirurgia al colon e bypass alle coronarie. Complessivamente, 922 pazienti, pari all’11% del campione, hanno riportato un’allergia alla penicillina, con 1.042 reazioni registrate a questo antibiotico. Solo cinque di queste reazioni rappresentavano probabilmente, però, vere controindicazioni alla somministrazione di antibiotici beta-lattamici.
Così, i pazienti che riferivano un’allergia alla penicillina avevano una probabilità inferiore di ricevere cefazolina, l’antibiotico più usato per ridurre le SSI, e una maggiore probabilità di essere trattati con farmaci alternativi, come clindamicina, vancomicina, gentamicina e fluorochinolonici. E dai risultati sarebbe emerso che la maggiore probabilità per un paziente allergico alla penicillina di sviluppare un’infezione del sito chirurgico sarebbe stata imputabile all’utilizzo di un antibiotico diverso dalla cefazolina per prevenirla.
I commenti
“Un’infezione a livello del sito chirurgico costa dai 20 ai 25mila dollari – ha sottolineato Blumethal -. Il costo della valutazione dell’allergia da penicillina varia dai 40 ai 1.247 dollari, un intervento economicamente conveniente”, ha dichiarato la ricercatrice, che raccomanda di valutare sempre l’eventuale allergia alla penicillina prima dell’intervento chirurgico “per aumentare le possibilità di ricevere il trattamento antibiotico raccomandato”.
Anche secondo
Antonia Chen, del Sidney Kimmel Medical College di Philadelphia, “i pazienti che riferiscono di avere un’allergia alla penicillina dovrebbero essere sottoposti a screening per capire se può esserci davvero una reazione”. Per esempio, “noi abbiamo sviluppato un questionario di valutazione basato sulla reazione a farmaci specifici, includendo il tipo di reazione, l’età al momento della reazione, il tempo intercorso tra l’assunzione del farmaco e la comparsa dei sintomi e se c’è o meno una storia familiare di allergia”, ha spiegato Chen, sottolineando che sulla base dei risultati, non deve essere trattato con cefalosporine “solo chi ha avuto reazioni negli ultimi 10 anni”.
Fonte: Clinical Infectious Diseases
Will Boggs
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)