(Reuters) – La Royal Swedish Academy of Science ha assegnato il Nobel per l’Economia a
Richard Thaler, professore presso la Booth School of Business dell’Università di Chicago, che ha contribuito a diffondere l’idea che si può spingere la gente a fare “il meglio per sé”. La sua ricerca, che è stata influente nel campo dell’economia comportamentale, avrebbe mostrato come la mancanza di auto-controllo e la paura di perdere ciò che si possiede suggeriscano scelte che non darebbero i migliori risultati nel lungo termine. Ed è per questo che l’Accademia svedese ha deciso di premiarlo, perché “il contributo di Thaler ha consentito di costruito un ponte tra le analisi economiche e psicologiche del processo decisionale individuale”, si legge nelle motivazioni della scelta.
Thaler, nella conferenza stampa successiva all’assegnazione del Nobel, ha dichiarato che “l’impatto più importante della ricerca è il riconoscimento che gli agenti a livello economico sono umani e i modelli dell’economia devono incorporarli”. Nei suoi studi, Thaler ha affrontato un problema annoso, ovvero perché le buone intenzioni di cambiare vita sono difficili da rispettare. Un problema che ha rilevanza economica, dal momento che la tendenza, per esempio, di singoli individui a cadere in tentazione influisce spesso negativamente, magari sui piani di risparmio per la pensione.
La “spinta gentile”
Insieme a
Cass Sunstein, il premio Nobel per l’economia 2017 sostiene che la società, pur mantenendo la possibilità di scegliere, dovrebbe cercare attivamente di guidare gli individui nella giusta direzione. Il loro libro,
Nudge, la spinta gentile, è diventato popolare tra alcuni politici occidentali che vogliono incoraggiare i cittadini a risparmiare e vivere in modo sano.
David Laibson, presidente del Dipartimento di Economia ad Harvard, ha dichiarato che molte delle teorie di Thaler sono state ampiamente applicate da imprese e dai governi, per far prendere specifiche decisioni agli individui, come pagare i biglietti dell’autobus o decidere di vaccinarsi contro l’influenza.
Fonte: Reuters
Niklas Pollard e Anna Ringstrom
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)