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QS Edizioni - venerdì 27 settembre 2024

Scienza e Farmaci

Insufficienza cardiaca. Per misurarne la mortalità oggi c’è lo “Spanish Core”

di Will Boggs
immagine 3 ottobre - Un nuovo punteggio, lo Spanish Score, basato su 13 variabili indipendenti, sarebbe in grado di predire la mortalità a 30 giorni nei pazienti con insufficienza cardiaca acuta trattati direttamente in pronto soccorso. A metterlo a punto è stato un gruppo di ricercatori dell’Uniiversità di Barcellona, Il punteggio è stato presentato su Annals of Internal Medicine.
(Reuters Health) – I punteggi sul rischio di mortalità legati all’insufficienza cardiaca nella loro maggior parte - sarebbero basati su pazienti ricoverati, ma in alcuni Paesi, più di un terzo dei pazienti affetti da insufficienza cardiaca acuta vengono gestiti direttamente in pronto soccorso e rimandati a casa. Partendo da questo presupposto Oscar Miro e colleghi, dell’Università di Barcellona hanno messo a punto il loro MEESSI-AHF, lo Spanish Score, partendo da 88 possibili variabili predittive in una coorte di quasi 4.900 pazienti che si sono rivolti al pronto soccorso per insufficienza cardiaca acuta.
 
Lo score è stato quindi validato su una coorte di 3.229 pazienti. I ricercatori spagnoli hanno così individuato 13 fattori predittivi indipendenti per valutare la mortalità. Il modello avrebbe consentito di raggiungere una buona capacità di discriminazione e avrebbe fornito la possibilità di valutare la mortalità a 30 giorni tra diversi gruppi di rischio, con il 45% della mortalità per il decile superiore e circa lo 0,7% per il quintile inferiore. I ricercatori suggeriscono, nell’utilizzare il punteggio, di classificare come a basso rischio i pazienti che ricadono nel primo o secondo quintile, a rischio intermedio coloro che rientrano nel terzo e quarto quintile, ad alto rischio i pazienti nel secondo decile più alto e a rischio molto alto quelli del decile più alto.
 
Immettendo i valori richiesti nel modulo presente su internet (http://meessi-ahf.risk.score-calculator-ica-semes.portalsemes.org/calc.html), i medici possono calcolare il rischio di mortalità a 30 giorni anche nei pazienti di cui non conoscono il Barthel index score, i livelli di troponina o della porzione N-terminale del peptide natriuretico di tipo B (NT-pro-BNP). “Il nostro punteggio potrebbe essere particolarmente utile nel 10% dei pazienti a rischio molto alto di mortalità a 30 giorni, circa il 45% dei casi – hanno sottolineato i ricercatori –. Così, i familiari possono essere prontamente avvisati della gravità e il paziente può essere trattato con terapie aggressive ed appropriate, prendendo anche in considerazione l’ipotesi di un ricovero in un’unità di terapia intensiva”.
 
Fonte: Annals of Internal Medicine

Will Boggs

(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)
3 ottobre 2017
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