Nel secondo trimestre dell’anno nel canale farmacia si conferma il trend positivo del comparto degli equivalenti già evidenziato nel primo trimestre dell’anno, con una crescita dell’1,8% in unità rispetto al secondo trimestre dell’anno precedente e una crescita a valori più sostenuta (+ 4,2%). Questo è determinato dall’apertura alla concorrenza di segmenti di molecole i cui prezzi dei farmaci originatori prima della scadenza brevettuale risultano mediamente più alti (si tratta di molecole specialistiche) rispetto ai livelli registrati per quelle molecole sulle quali gli equivalenti sono entrati in commercio negli anni passati. Complessivamente nel primo semestre 2017 gli equivalenti hanno rappresentato il 20,97% del totale del mercato retail a confezioni e l’11,67% a valori (Sell In - tutte le classi di farmaci).
L’analisi è contenuta nel Report semestrale sui trend del mercato italiano di settore, realizzato dal Centro Studi Assogenerici, che indica a 1.54 miliardi (in prezzi ex factory) il valore delle vendite nel canale retail, con un giro d’affari concentrato essenzialmente in classe A che assorbe l’89,2% a volumi e il 77,1% a valori del mercato totale dei farmaci generici, per un totale di 1,19 miliardi.
Un risultato positivo a fronte dell’arretramento registrato dal mercato farmaceutico retail nel complesso (-1,3% a unità; -1,8% a valori) e dai brand a brevetto scaduto (-2,2% a unità; -2,7% a valori), che attesta al 20,97% il peso degli equivalenti sul mercato complessivo a volumi a fronte di leggeri arretramenti delle altre due classi di consumo (farmaci patented, 25,91%; brand a brevetto scaduto, 53,12%). Questi fanno la parte del leone nella segmentazione a volumi del mercato off patent in tutte le classi, assorbendo il 72% dei volumi contro il 28% coperto dagli equivalenti.
Allo stesso modo, sempre nel canale farmacia, i generici equivalenti assorbono l’11,67 % del mercato totale a valori, senza distinzione di classi, a fronte delle performance omogenee dei farmaci protetti (41,65%) e dei brand a brevetto scaduto (46,68%), mentre rappresentano – sempre a valori – il 20% del mercato fuori brevetto contro il 80% ancora detenuto dai brand a brevetto scaduto.
I consumi in classe A nel primo semestre 2017
Per quanto riguarda i consumi di classe A, Assogenerici regsitra una leggera flessione ( - 0,5%) delle confezioni rimborsate dal Ssn nel primi sei mesi del 2017 rispetto allo stesso periodo del 2016, con una flessione del - 5,3% nell’area dei prodotti ancora coperti da brevetto rispetto al primo semestre del 2016. In crescita invece il segmento relativo ai farmaci a brevetto scaduto – in particolare degli equivalenti – che registrano una crescita dello 0,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
In leggera crescita, rispetto al primo semestre 2016, la spesa rimborsata complessiva (+0,4%), mentre arretra la spesa afferente ai prodotti ancora coperti da brevetto (- 4,3%, con vendite totali di circa 2 miliardi), e prende quota l’intero segmento relativo ai farmaci a brevetto scaduto, con una crescita del 4,6% per un giro d’affari complessivo di poco superiore agli 800 milioni di euro.
Consumi regionali in classe A
Dall’analisi dei consumi degli equivalenti di classe A per aree geografiche, per gli equivalenti è in testa il Nord, dove hanno rappresentato nel primo semestre 2017 il 34,9% a unità e il 24,1% del mercato a valori. Nel Centro invece si ha il 25,6% a unita e 18% a valori e nel Sud 20,4 a unità e 14,2% a valori. La media Italia è di 27,9% a unità e 19,4% a valori.
Per i consumi dei fuori brevetto è in testa Trento: è off patent l’80% delle unità dispensate e il generico assorbe il 41,3% del totale.
Seguono Lombardia (77,8% e 37,3%), Emilia Romagna (80,6% e 34,7%), la Provincia Autonoma di Bolzano (77,8% e 33,5%), Veneto, Friuli e Toscana a seguire. All’estremo opposto la Basilicata, fanalino di coda con una incidenza di off patent del 77,7% sul totale delle confezioni rimborsate dal Ssn, ma con una quota di equivalenti del 18,5%, la Calabria (stesso dato), la Campania (20%), la Sicilia (20,2%).
Per quanto riguarda invece l’importo del differenziale di prezzo pagato dal cittadino scegliendo il brand al posto dell’equivalente, nel primo semestre dell’anno è di 561 milioni. L’incidenza maggiore a livello regionale è nel Lazio (14,1%, 71 milioni) e in Sicilia (14%). L’incidenza più bassa in Lombardia, dove il differenziale vvale il 10,9% della spesa regionale Ssn nel canale retail.
Canale ospedaliero
Nel canale ospedaliero, infine, nel primo semestre 2017 i prodotti equivalenti hanno assorbito il 24% del mercato a volumi e il 5,9% del mercato a valori. I prodotti in esclusiva invece il 39,9% dei volumi e dell’86,4% del giro d’affari di settore.