E’ il più grande censimento del microbioma umano mai realizzato finora e a compiere l’impresa sono stati i ricercatori della University of Maryland School of Medicine (UM SOM), dell’Harvard T.H. Chan School of Public Health, BroadInstitute del MIT e Harvard, della University of California San Diego.
Lo studio, pubblicato su
Nature ha permesso di individuare milioni di geni in precedenza sconosciuti, appartenenti alle comunità microbiche intestinali, vaginali, cutanee e orali. Secondo gli autori si tratta di un risultato eccezionale che consentirà una miglior comprensione delle dinamiche del microbioma umano, in condizioni fisiologiche e di malattia.
“Questi dati espandono in maniera importante le nostre conoscenze sulla composizione del microbioma – afferma
Owen White, professore di epidemiologia e salute pubblica e direttore presso l’Istituto per le Scienze del Genoma (IGS) della UM SOM – Questi microrganismi giocano un ruolo cruciale in molti aspetti della nostra salute; più ne sappiamo, maggiori le probabilità di riuscire un giorno a manipolarli per migliorare il nostro stato di salute”.
Questo grande studio è parte dello
Human Microbiome Project dei
National Institutes Health americani avviato nel 2008 per individuare le varie tipologie di microbi, i loro rapporti con una serie di stati patologici e per sviluppare strumenti computazionali
ad hoc per analizzarli. Una prima parte dei risultati di questo lavoro erano già stati ospitati sulle pagine di
Nature nel 2012; il nuovo articolo va adesso ad aggiornare i dati di 5 anni fa, aggiungendovi i risultati delle analisi effettuate su ulteriori 1.635 campioni di microbioma e arrivando così ad un totale di 2.355 campioni analizzati, prelevati da 265 persone. Lo studio ha inoltre fornito il più ampio profilo finora disponibile dei miceti e virus rappresentati nel microbioma. Questo esercizio ha consentito infine di mettere in luce una serie di meccanismi inediti attraverso i quali i batteri giocano un ruolo nella salute dell’uomo, oltre a profilare la loro attività biochimica e le sue variazioni nel tempo.
Ma è solo un piccolo passo in avanti. “Così come il sequenziamento del genoma umano – riflette il primo autore dello studio
Jason Lloyd-Price, Broad Institute, Harvard Chan School – senza informazioni sulla variabilità o il contesto non ha avuto come ricaduta immediata quella di portare ad una messe di nuovi farmaci e terapie, in modo analogo dovremo imparare a leggere il microbioma attraverso lenti molto potenti, in tanti contesti diversi, così da poterne comprendere le alterazioni e modulare degli interventi sul singolo individuo o su una specifica condizione patologica.”
Maria Rita Montebelli