(Reuters Health) - Può l'ascolto della musica classica favorire il “pensiero divergente” , ovvero la capacità di offrire soluzioni multiple per risolvere un problema? Sembra proprio di sì.
Sam Ferguson, della University of Technology di Sydney, e
Simone Ritter, dell'Università Radboud Nijmegen nei Paesi Bassi, hano voluto sperimentare la possibilità di stimolare la creatività con la musica. Come? I due autori dello studio hanno suonato musica classica per 155 studenti volontari dell’Università di Radboud, mentre questi erano impegnati a svolgere un compito creativo. I ricercatori hanno diviso gli studenti in cinque gruppi, e ogni gruppo è stato invitato casualmente ad ascoltare uno dei quattro brani musicali o al silenzio, prima e durante il compito di creatività.
I brani musicali proposti ai ragazzi sono stati scelti in base al grado dell’umore e dell’eccitazione che erano in grado di provocare. Il Cigno di
Camille Saint-Saens ha suscitato buon umore, ma un basso livello di eccitazione. Le Quattro Stagioni di
Vivaldi è stato associato alla felicità, L’Adagio per Archi di
Samuel Barber è stato percepito come un brano triste e lento e I pianeti (Marte) di
Gustav Holst ha prodotto negli ascoltatori sensazioni ansiogene. Per testare la creatività, il team di ricerca si è concentrato principalmente sul pensiero divergente, che consiste nella produzione e nell’elaborazione di risposte multiple partendo dalle informazioni disponibili. Un’attitudine fondamentale nelle attività scientifica. I ricercatori hanno anche studiato gli stati d'animo degli studenti prima dell’inizio del test, interrogandoli sul gradimento per la musica. Nel complesso, la tipologia musicale non ha prodotto una differenza significativa nelle prestazioni sul test di creatività, rispetto al silenzio, eccezione fatta per i brani che riconducevano a sensazioni gioiose.
Fonte: PLoS ONE 2017
Carolyn Crist
(Versione italiana Quotidiano Sanità/ Popular Science)