(Reuters Health) – Un focolaio di Klebsiella pneumonia ST11 ipervirulenta e resistente all'antibiotico carbapenam è stato registrato in un ospedale in Cina. A riportarlo, su Lancet Infectious Diseases, è stato un gruppo di ricercatori guidati da
Sheng Chen, dell'Università Politecnico di Hong Kong.
Nel report, i medici cinesi descrivono il caso di cinque infettati dal batterio killer all’interno dell’ospedale. I ceppi isolati appartengono al tipo ST11, ma causano una polmonite più grave e un aumento della mortalità rispetto ad altri ceppi simili. Inoltre, questi ceppi sembravano essere più virulenti. Secondo i ricercatori, i geni unici di questi superbatteri ipervirulenti corrispondevano al materiale genetico di un plasmide preso dal ceppo CG43 di K. pneumoniae e si distinguevano, per questo, dai classici ceppi ST11 resistenti a carbapenam.
Questo plasmide, che conferirebbe particolare virulenza al ceppo, sarebbe stato identificato in 11 (3%) dei 387 ceppi di K. pneumoniae ST11 resistente ai carbapenemi collezionati da tutta la Cina. Degli 11 pazienti in totale infettati da questo particolare superbug, cinque dei quali sono morti per infezione polmonare grave, insufficienza di più organi o shock settico dopo un periodo che andava da 10 giorni a quattro mesi, mentre gli altri sei sono stati dimessi in condizioni critiche.
La K. pneumoniae può causare infezioni che mettono a rischio la vita dei pazienti, ma che rispondono agli antibiotici. Il ceppo ST11 è invece resistente a carbapenam, anche se non è mai stato associato prima a ipervirulenza. “Questo nuovo superbag ha tre caratteristiche insieme: alta trasmissibilità, elevata resistenza agli antibiotici e alta virulenza - spiega Chen - A causa dell'acquisizione del plasmide di virulenza, questo nuovo ceppo dovrebbe essere considerato come un vero e proprio superbug che potrebbe costituire una grave minaccia per la salute pubblica.
Attualmente non ci sono antibiotici disponibili in Cina per trattare queste infezioni - ha sottolineato - Abbiamo provato con nuove politiche di prevenzione e controllo delle infezioni che sembrano essere efficaci. Vorremmo che i medici fossero messi in guardia da questo nuovo tipo di K. pneuomiae perché sarà necessario un nuovo trattamento farmacologico”.
Secondo
Liang Chen della New Jersey Medical School, alla Rutgers University, che ha scritto un editoriale sull'articolo, “si tratta di una minaccia dovuta a un plasmide che è di eccezionale preoccupazione per la salute pubblica in quanto i geni di resistenza e virulenza possono essere facilmente diffusi tra batteri e l'uomo”. Il problema è se il plasmide si diffonde. “Sarebbe inquietante vedere la diffusione di questi plasmide al ceppo ST258, epidemico a livello globale, che rappresenta il 70% degli enterobatteri isolati negli USA e resistenti a carbapenam”, ha sottolineato l'esperto.
Fonte: Lancet Infectious Diseases
Will Boggs
(Versione italiana Quotidiano Sanità/ Popular Science)