(Reuters) – Un gruppo di senatori democratici americani starebbe spingendo per vietare l'utilizzo del pesticida clorpirifos, dopo che è stato dato il via libera al suo utilizzo negli USA da parte dell'amministrazione repubblicana capitanata dal presidente
Trump.
Il disegno di legge, presentato ieri dal senatore
Tom Udall del Nuovo Messico, vorrebbe mettere al bando il pesticida, che provocherebbe danni al cervello nei bambini. Il ddl è chiamato Protect Children, Farmers and Farmworkers from Nerve Agent Pesticides Act ed è stato sottoscritto da altri sette senatori. L'agenzia per la protezione ambientale americana (EPA) aveva già negato una petizione per vietarne l'uso a fine marzo e un tribunale federale aveva respinto, il 18 luglio, una petizione presentata da gruppi ambientalisti che volevano capovolgere la decisione dell'agenzia e introdurre così il divieto.
Clorpirifos è un prodotto elencato come neurotossico nel registro delle sostanze tossiche e delle malattie dei CDC americani. Per quasi un decennio l'EPA ha pensato se bandirlo oppure no, finché Trump non ha nominato alla guida dell'agenzia
Scott Pruitt, che ha respinto la petizione per vietare il pesticida incriminato. Nel respingere la richiesta Pruitt avrebbe detto che precedentemente l'EPA aveva utilizzato studi scientifici “nuovi e incerti” per decretare che fosse pericoloso. E l'agenzia ha dichiarato che stava ancora valutando la registrazione della sostanza.
Trump e Pruitt si sono impegnati per rivedere quelle norme ambientali che secondo loro starebbero danneggiando la crescita degli Stati Uniti. Eppure, l'esperto Philip Landrigan, pediatra, ha spiegato che ci sono tre studi a lungo termine e indipendenti che hanno mostrato la tossicità di questo pesticida. “È stato mostrato senza alcun dubbio che il clorpirifos può danneggiare il cervello dei bambini, soprattutto a livello fetale”, ha dichiarato.
Il disegno di legge chiede all'EPA di condurre un'ampia revisione sull'utilizzo del pesticida per determinare quali gruppi sono più vulnerabili ai suoi effetti nocivi ed eventualmente prendere “adeguate azioni normative” entro tre mesi, sospendendo o revocando l'autorizzazione o abbassando la quantità consentita.
Fonte: Reuters
Emily Flitter
(Versione italiana Quotidiano Sanità/ Popular Science)