In seguito al
caso del bambino morto di otite, che si curava con l'omeopatica, Omoimprese attacca: “Ci appelleremo alla Presidenza della Repubblica. E’ arrivato il momento di fermare la campagna denigratoria contro l’omeopatia”. Sono le parole di
Giovanni Gorga, presidente di Omeoimprese, l’associazione che rappresenta le aziende che producono i farmaci omeopatici, il quale prosegue: “la violenza degli attacchi di questi giorni è gravissima e senza precedenti. Viene messo in dubbio il valore terapeutico dei nostri prodotti, fomentando un vero e proprio clima vessatorio, a danno delle aziende, dei 4.000 addetti del comparto e di quei 20.000 medici, laureati in medicina e iscritti ad appositi registri dopo aver frequentato scuole di specializzazione accreditate come previsto da una legge dello Stato del 2012 a tutela dei pazienti e contro la pratica del fai da te o degli “apprendisti stregoni”.
“Una volta per tutte - incalza Gorga - voglio ricordare come i nostri prodotti sono classificati medicinali dalla Direttiva Europea sul farmaco e approvati dall’Agenzia Italiana del Farmaco. Dal 2019, come richiesto da una precisa legge in vigore in tutti i Paesi dell’Unione Europea, saranno in vendita con l’Aic (l’autorizzazione all’immissione in commercio) esattamente come gli allopatici. L’omeopatia è riconosciuta nella maggior parte dei Paesi dell’Europa e, in alcuni casi, è addirittura dispensata dal Servizio Sanitario Nazionale. Le nostre aziende sottostanno ai controlli sulla qualità e sulla produzione a cui tutte le case farmaceutiche si sottopongono periodicamente”.
“Come Omeoimprese – continua il Presidente di Omeoimprese – riteniamo inaccettabili le affermazioni espresse a livello mediatico anche da alcune figure Istituzionali che dovrebbero rivestire un ruolo super-partes di garante. Non si può fare allarmismo richiedendo leggi “contro” l’omeopatia o sostenere che “l’omeopatia non è una cura”. Si tratta di dichiarazioni lesive e offensive che mortificano alcuni principi sanciti dalla Carta Costituzionale e precise leggi dello Stato”.
Lorenzo Proia