(Reuters Health) –
Lisa Cadmus-Bertram e colleghi, dell’Università del Wisconsin, hanno chiesto a quaranta adulti sani – età media 49 anni, in leggero sovrappeso – di indossare al polso due fitness trackers per una serie di sessioni di allenamento.
I ricercatori – guidati da
Lisa Cadmus-Bertram, dell’Università del Wisconsin – hanno rilevato la frequenza cardiaca a riposo e durante l’ esercizio, confrontandola poi con un tracciato ECG, a intervalli di un minuto per 10 minuti. Nessuna lettura dei dispositivi è risultata in linea con i tracciati degli ECG.
Quando i partecipanti hanno fatto esercizio su tapis roulant, le differenze tra dispositivi ed ECG sono risultate ancora più ampie. I dispositivi, in genere, hanno “sbagliato” la frequenza cardiaca in una forbice compresa in media tra una sottostima di 22.5 battiti ad una sovrastima di 26 battiti al minuto. Quando i partecipanti erano in condizione di riposo, invece, questa forbice si assottigliava tra una sottostima di 5,1 battiti al minuto ad una sovrastima di 4,5 battiti al minuto.
“Questi dati costituiscono un primo passo importante nella comprensione della validità clinica dei fitness trackers che molti pazienti già utilizzano – dice
Daniel Cantillon, ricercatore presso la Cleveland Clinic in Ohio, non coinvolto nello studio -Abbiamo bisogno di dati per testare questi dispositivi in pazienti con particolari patologie, come l’insufficienza cardiaca, la fibrillazione atriale e altri problemi di salute cronici”.
Fonte: Ann Intern Med 2017
Lisa Rapaport
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)