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QS Edizioni - mercoledì 3 luglio 2024

Scienza e Farmaci

Ictus. Con la tecnica interventistica recupero funzionale migliore e più veloce

di Gene Emery
immagine 7 aprile - Un follow up di lungo periodo su pazienti partecipanti ad uno studio del 2014 conferma che il recupero dall’ictus è migliore se il coagulo di sangue è stato rimosso chirurgicamente e non affidato ai farmaci trombolitici. Le conclusioni si basano sull’osservazione di 500 pazienti olandesi trattati all’interno dello studio noto come MR CLEAN.
(Reuters Health) – Due anni fa, i primi risultati dello studio MR CLEAN evidenziavano che un terzo dei pazienti sottoposti a radiologia interventistica avevano recuperato l’autonomia funzionale del 90% dopo l’ictus, rispetto al 19% di coloro che erano stati sottoposti a trattamenti tradizionali. Dopo due anni, i dati hanno fatto osservare un recupero funzionale nel 37% dei pazienti trattati con radiologia interventistica, contro il 24% di quelli trattati con i soli farmaci.
 
“Lo studio MR CLEAN con i risultati positivi a lungo termine farà una grande differenza nel modo in cui i medici trattano l’ictus – dice Yvo Roos co-autore dello studio e neurologo all’Academic Medical Center di Amsterdam – La tecnica interventistica ormai può essere considerata la cura standard”.
 
La tecnica interventistica
Questa tecnica permette di guadagnare tempo e i risultati evidenziati dallo studio riguardano pazienti i cui ictus sono stati causati dal blocco di una delle grandi arterie anteriori del cervello. In genere i farmaci trombolitici riescono ad aprire l’arteria occlusa solo in un terzo dei casi. La rimozione con i clot-grabbing devices è molto costosa, circa 57.031 dollari, secondo un’analisi pubblicata sulla rivista Stroke a dicembre 2016. Il trattamento senza estrazione del coaugulo costa circa 14.000 dollari meno.
 
Naturalmente questa spesa potrebbe essere giustificata a fronte di una riduzione nel lungo periodo di cure mediche, assistenza infermieristica, assistenza domiciliare e riabilitazione e, soprattutto, si potrebbero mandare a casa prima i pazienti. Infatti, i punteggi della qualità di vita sono migliori nei pazienti trattati con la nuova tecnica di rimozione del coagulo, dal momento che il paziente recupera l’autonomia. I tassi di mortalità a due anni nei due gruppi di trattamento sono invece abbastanza simili: 26% nei pazienti con rimozione e 30% nei pazienti trattati con i farmaci, la differenza è cresciuta col passare del tempo.
 
Fonte: New England Journal of Medicine
 
Gene Emery
 
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)
7 aprile 2017
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