Sono in calo in Italia i ricoveri per TSO (Trattamento sanitario obbligatorio), che dal 2010 al 2015 scendono da 10.812 a 8.777. E’ quanto emerge da una recente analisi condotta dalla Siep (Società Italiana di Epidemiologia Psichiatrica) sui dati del Ministero della Salute. “Ma non è tutto oro quello che luccica - segnala
Fabrizio Starace, Presidente della Siep - In alcuni casi, infatti, la riduzione appare associata alla scarsa accessibilità dei sistemi di cura, più che all'adozione di adeguate modalità di presa in carico territoriale”.
“Quello che emerge con chiarezza - prosegue Starace - è che nelle diverse Regioni esiste una relazione diretta tra carico assistenziale e numero di TSO. In altri termini, alle misure coercitive gli psichiatri ricorrono anche perché non hanno il tempo, il personale o le strutture sufficienti per adottare tempestive e idonee misure sanitarie extra-ospedaliere”.
Osservando i dati elaborati dalla Siep, si rileva che nel 2010 la media nazionale era pari a 22,0 ricoveri in TSO x 100.000 abitanti; nel 2015 il valore si riduce a 17,3 ricoveri in TSO x 100.000. Nel 2010 erano risultate “virtuose” (tutte al di sotto della soglia di 10 ricoveri in TSO x 100.000 abitanti) la P.A. di Bolzano e le Regioni Friuli, Toscana e Basilicata. La “maglia nera” andava a Valle d’Aosta, Emilia-Romagna, Umbria, Marche, Lazio, Sicilia e Sardegna (che presentavano tutte valori superiori a 25, con punte, in Sicilia, pari a 41,9 ricoveri in TSO x 100.000).
Nel 2015 le Regioni con meno di 10 ricoveri in TSO x 100.000 sono state la Lombardia, le P.A. di Bolzano e Trento, seguite da Veneto, Friuli e Basilicata; tutte mostrano una tendenza alla riduzione. La Toscana è l'unica Regione che presenta un trend inverso (da 9,1 a 11,6), pur rimanendo al di sotto del valore medio nazionale. I valori più elevati (tutti superiori a 25 ricoveri in TSO x 100.000 abitanti) si riscontrano ancora in Valle d’Aosta, Emilia-Romagna (che tuttavia presenta un trend in riduzione rispetto al 2010) e Sicilia (che mostra una significativa riduzione ma mantiene livelli sensibilmente elevati rispetto al valore medio nazionale).
“L’analisi statistica condotta sui dati 2015 – evidenzia la Siep - ha mostrato infine l’esistenza di una relazione statisticamente significativa tra il carico assistenziale dei DSM (ottenuto dividendo la prevalenza trattata per il numero complessivo di operatori con funzioni assistenziali) e il numero di TSO per popolazione residente, confermando l’ipotesi che al di là dei modelli organizzativi adottati in ciascuna Regione, il vero antidoto all’uso di pratiche coercitive sia la presenza di personale competente e motivato, che disponga del tempo necessario a stabilire una relazione fiduciaria e promuovere la volontarietà del trattamento”.
“Occorre riaffermare con chiarezza che il ruolo dello psichiatra, come di qualsiasi altro medico, è terapeutico, non coercitivo - conclude Starace - e che la scelta di privare una persona della propria libertà non può essere conseguenza delle disfuzioni del sistema di cura che ne dovrebbe garantire la salute”.