(Reuters Health) - L'uso abituale dei navigatori satellitari sembra disattivare alcune regioni del cervello che potrebbero altrimenti cercare dei percorsi alternativi migliori aumentando le abilità di ricerca nella persona che sta guidando.
L’utilizzo del navigatore satellitare nel terzo millennio è talmente comune che, talvolta, molti hanno la sensazione di non essere più in grado di orientarsi senza. Ebbene, potrebbe non essere solo una sensazione ma un dato di fatto, almeno secondo quanto suggerisce un esperimento pubblicato su Nature Communication.
Lo studio
La ricerca condotta su 24 volontari reclutati dai ricercatori dell’Imperial College di Londra, ha evidenziato che quando si cerca un percorso stradale senza l’aiuto di un navigatore satellitare si attivano nel cervello alcune aree dell’ippocampo e della corteccia prefrontale che risultano come “spente” quando invece si usa il navigatore.
"Quando abbiamo a disposizione la tecnologia che ci dice da che parte andare alcune parti del cervello sembrano non rispondere alla rete stradale" - afferma
Hugo Spiers del dipartimento di psicologia sperimentale dell’University College di Londra autore principale dell’esperimento. In questo senso, si può dire che il nostro cervello ha ‘spento’ il suo interesse per le strade intorno a noi".
I ricercatori hanno aggiunto che l’uso costante di dispositivi elettronici nel lungo termine, potrebbe rendere gli utenti meno abili ad imparare nuovi percorsi in una rete stradale cittadina senza l’aiuto del navigatore. Come estensione della ricerca, gli scienziati hanno anche analizzato le reti stradali delle principali città di tutto il mondo cercando di visualizzare dei percorsi più o meno facili. E hanno visto che Londra, con la sua complessa rete di piccole strade, sembra ripercuotersi principalmente sull’attività dell’ippocampo.
Al contrario, per spostarsi in auto in città come Manhattan e New York, dove il layout della mappa di navigazione della città richiede spostamenti a destra o a sinistra, o diritti avanti e indietro, gli sforzi del cervello per imparare percorsi alternativi possano essere inferiori. Ovvero lo studio dimostra anche come la complessità della rete stradale di una città abbia un possibile impatto sullo sviluppo delle abilità relative ad alcune funzioni cerebrali.
Nat Commun 2017
Kate Kelland
(Versione italiana Quotidiano Sanità/ Popular Science)