La vicenda della produzione di bevacizumab intraoculare da parte delle farmacie territoriali, che il Consiglio di Stato aveva autorizzato con la sentenza del 9 gennaio 2017, e
di cui Quotidiano Sanità aveva già dato notizia, non è ancora chiusa: Roche SpA ha infatti deciso di proporre ricorso in opposizione del terzo.
Si tratta di una svolta che riapre la partita, e a questo proposito l'Avv.
Enrico Adriano Raffaelli, legale di Roche SpA, ha dichiarato al nostro giornale che “il ricorso della Farmacia Fiorentini contro la determina di AIFA che escludeva le farmacie territoriali dall'attività di produzione di bevacizumab intraoculare a partire da Avastin non è mai stato notificato a Roche, che pure è un controinteressato necessario, in qualità di titolare dell'AIC di Avastin. Per questo motivo, l'intero giudizio si è svolto senza che il contraddittorio fosse completo, e quindi senza che Roche potesse esprimere le proprie ragioni”.
“Attraverso il nostro ricorso in opposizione – prosegue il legale della Roche - auspichiamo che il Consiglio di Stato possa definitivamente accertare che l'attività di produzione di bevacizumab intraoculare da parte delle farmacie territoriali comporta una manipolazione di Avastin incontrollata, che dà luogo ad un diverso prodotto fabbricato serialmente in assenza delle necessarie autorizzazioni regolatorie, con violazione dei diritti di Roche SpA, carenza di trasparenza e potenziale rischio per i pazienti. Non a caso, simili profili sono già stati sottoposti all'attenzione della Corte di Giustizia Europea, che dovrebbe valutarli nei prossimi mesi”.