La sepsi da stafiloccocco è uno degli incubi dei reparti di degenza sia pediatrici che per adulti e rappresenta uno dei
big killer. Negli Usa sono ogni anno da 1 a 3 milioni i casi di sepsi, con una mortalità pari al 15-30%. La maggior parte dei casi di sepsi nosocomiale sono attualmente sostenuti da S. epidermidis meticillino-resistenti (MRSE), che ormai hanno superato in frequenza i ceppi di S. aureus MRSA; il carattere della meticillino-resistenza rende inoltre più difficili da trattare queste infezioni. Fino ad oggi tuttavia non erano stati individuati i fattori batterici implicati nella patogenesi della sepsi da stafilococchi coagulasi-negativi.
Per molto tempo si è pensato che la sepsi da S. epidermidis fosse il risultato di una risposta immunitaria esagerata diretta contro delle strutture di superficie immutabili dei batteri invasori. Ma i ricercatori dei
National Institutes of Health (NIH) americani hanno scoperto che la sepsi da
S. epidermidis meticillino-resistente è causata in larga misura da una particolare tossina, la PSM-mec. E’ la prima volta in assoluto che una tossina dello
S. epidermidis viene correlata alla sepsi. Lo studio è pubblicato su
PLOS Pathogens.
In esperimenti su tessuti utilizzando dei ceppi di S. epidermidis, i ricercatori americani hanno scoperto che la tossina PSM-mec aiuta i batteri a sopravvivere nel sangue umano e a resistere all’attacco dei neutrofili. In un modello murino questa stessa tossina ha prodotto un significativo aggravamento della sepsi, causando un significativo aumento di mortalità.
Sarà adesso necessario andare a validare queste osservazioni nell’uomo per capire se la tossina PSM-mec abbia realmente un ruolo nella sepsi umana per poi considerarla eventualmente un possibile target terapeutico. Allo stesso tempo i ricercatori dell’NIH stanno valutando se anche tossine simili, prodotte da
S. epidermidis meticillino-suscettibile e S. aureus, possono avere la stessa attività.
Maria Rita Montebelli