Il 3 e mezzo per cento della spesa sanitaria di Germania, Spagna, Francia, Italia, Svezia e Regno Unito, pari a 30,7 miliardi di euro, se ne va in assistenza a pazienti affetti da osteoporosi. O meglio, nella prevenzione e nel trattamento dei 2,5 milioni di fratture che si verificano ogni anno a causa della malattia delle ossa. È quanto emerge da uno studio realizzato dall’
International Osteoporosis Foundation (Iof) in collaborazione con la
European Federation of the Pharmaceutical Industries and Associations (Efpia).
Lo studio, pubblicato sugli Archives of Osteoporosis, traccia un dettagliato profilo del problema, sia dal punto di vista epidemiologico sia da quello economico.
Ed eccoli i numeri monstre: 2,5 milioni di fratture l’anno (pari 280 fratture l'ora), 80 morti al giorno come conseguenza delle fratture (nella metà dei casi del femore), pari a 34 mila decessi l’anno. E ancora, 850 mila anni di vita in salute persi (QALY-quality-adjusted life years).
C’è poi il capitolo economico. Sono 30,7 miliardi di euro quelli spesi per l’assistenza ai malati. Nel conteggio rientra anche la prevenzione farmacologica, ma è la gestione gestione acuta della frattura copriva la maggior parte dei costi totali.
“Questo fondamentale rapporto espone una serie di importanti questioni e sfide riguardanti la fornitura di assistenza sanitaria per le fratture da osteoporosi”, ha commentato John Kanis, presidente dell'Iof. “Quello che colpisce in particolare è come il fardello economico delle fratture sia aumentato in appena dieci anni. Nel 2000 il peso economico delle fratture per l'Unione Europea di allora era stimato in 36 miliardi euro. La stima attuale di 30,7 miliardi di euro per appena 6 paesi riflette per lo più l'aumento del numero di fratture dovuto all'invecchiamento della popolazione europea”.
Un aumento che proseguirà anche nei prossimi anni, facendo un balzo del 30 per cento entro il 2025, quando ogni anno saranno 3,2 milioni le fratture ogni anno e costeranno qualcosa come 38,5 miliardi. Fondamentale sarà dunque la prevenzione: l’accesso ottimale ai farmaci preventivi potrebbe infatti far risparmiare fino a 700 mila fratture l’anno.
“In Europa il numero di anziani è destinato ad aumentare sensibilmente”, ha dichiarato il direttore generale dell’Efpia Richard Bergström. “Sappiamo anche che l'incidenza di fratture aumenta progressivamente con l'età e di conseguenza possiamo aspettarci che l'impatto sociale ed economico delle fratture aumenterà significativamente a meno che non ci attiviamo. Fortunatamente abbiamo una moltitudine di efficaci opzioni di diagnostica e cura a nostra disposizione: è ora di impiegare appieno questi progressi”, ha concluso.