Un anno da record, con italiani sempre più generosi e un sistema sempre più efficiente. È quanto racconta l’Italia dei trapianti che ha chiuso il 2016 con un bilancio dal segno decisamente positivo. L’attività di donazione ha avuto un’impennata, mai rilevata. Il numero complessivo di donatori di organi, da cadavere e da vivente, sfiora quota 1.600: un +7,5% rispetto al 2015, frutto di incrementi registrati sull’intero territorio nazionale. È aumentato anche il numero dei donatori utilizzati: +11,5%; una crescita indicativa del miglioramento delle performance delle attività di trapianto.
Numeri da record anche per i trapianti da cadavere e da vivente: in totale 409 in più rispetto al 2015 con un incremento rispetto all’anno precedente del 13%, il maggiore aumento mai osservato (si passa dai 3.327 del 2015 a 3.736 del 2016). In particolare è cresciuto il numero dei trapianti da cadavere: rispetto al 2015 sono stati effettuati 441 trapianti in più (da 3.002 a 3.443). Ma nonostante gli aumenti registrati in Campania, Sicilia e Puglia e i livelli del Lazio, ormai sulla media nazionale, la differenza tra Nord Sud rimane ancora evidente.
Sono questi i
dati preliminari del Report 2016 del Centro nazionale trapianti presentati questa mattina al ministero della Salute dal Direttore
Nanni Costa che ha rivolto un ringraziamento alla rete trapianti e ai rianimatori “che hanno portato avanti un’attività straordinaria, anche in questi ultimi giorni dell’anno”.
I dati snocciolati indicano come anche le opposizioni, rimaste sostanzialmente stabili (30%) inizino a mostrare piccoli segnali di retrocessione: -0,2%. Soprattutto diminuiscono le liste di attesa per rene (-4,6%) e polmone (-7,7%). Stabile la lista per un trapianto di fegato, mentre cresce quella del cuore per l’uso dei cuori artificiali che incrementano la platea dei pazienti “trapiantabili”.
Soddisfatta dei dati emersi il ministro della Salute,
Beatrice Lorenzin che ha sottolineato l’intenzione del Governo di proseguire e incentivare le campagne di sensibilizzazione soprattutto per colmare il divario tra Nord e Sud: “Dobbiamo penetrare sempre di più nei vari strati di queste popolazioni per sensibilizzarli sull’importanza della donazione”.
“Un anno che archiviamo sicuramente come positivo e già con degli obiettivi chiari per il prossimo” ha commentato a
Quotidiano Sanità ilDirettore del Centro Nazionale Trapianti
Alessandro Nanni Costa. “Nel quadro europeo l’Italia è sicuramente un’eccellenza nel settore trapianti, ma non siamo qui per sbandierare classifiche – ha affermato – il nostro obiettivo è lavorare per migliore ancora di più i risultati straordinari che abbiamo ottenuto nel 2016. Da quindici anni in Italia non si assisteva ad un aumento di questo tipo. In generale abbiamo registrato un aumento di attività della rete con più di 400 trapianti da cadavere. Significativa la contrazione delle liste d’attesa per il trapianto di rete e del polmone: spaziamo quindi da un percorso di stabilità verso una riduzione dei tempi di attesa. Tutto questo è il risultato di un lavoro di squadra. Uno sforzo continuativo portato avanti con le Regioni, molte sono infatti cresciute ed è aumentata e migliorata l’attività dei coordinamenti e il numero delle segnalazioni. Anche i primi giorni del 2017 confermano questo trend. Ci sono poi gli importanti risultati della catena samaritana che si è conclusa in questi giorni. Insomma, un anno straordinario”.
Record di donazioni e trapianti. Il numero complessivo di donatori di organi organi sia da cadavere che da vivente sfiora quota 1.600: sono 1.596 le donazioni del 2016 di contro le 1.489 del 2015. I donatori utilizzati dopo accertamento di morte superano per la prima volta quota 1.300. “Si registriamo, finalmente – sottolinea il Cnt – diverse donazioni dopo accertamento di morte con criteri cardiocircolatori, cioè con una modalità che potrebbe ulteriormente sviluppare le donazioni ed i trapianti in Italia, come sta avvenendo nelle principali nazioni europee”.
A livello nazionale i pazienti trapiantati aumentano di oltre 400 unità portandosi a quota 3.736 (3.327 nel 2015). Si tratta del maggiore numero e del maggiore incremento mai osservato, pari al 13 % rispetto all’anno precedente.
Sono 4 gli ospedali nei quali si concentra la più alta attività di trapianto, ha ricordato Nanni Costa: il San Matteo di Padova, le Molinette di Torino, il Sant’Orsola a Bologna e il Niguarda a Milano. Insieme effettuano un terzo di tutti i trapianti in Italia, ma in generale c’è un fenomeno di concentrazione in dieci ospedali che fanno il 50% dei trapianti.
Gli aumenti di trapianti interessano tutti gli organi. In totale sono stati effettuati 2.086 trapianti di rene (1813 da cadavere e 273 da vivente) erano 1.882 nel 2015. Quelli di fegato sono passati da 1.094 nel 2015 a 1.235 nel 2016 (1.215 da cadavere e 20 da vivente). Sono stati effettuati 267 trapianti di cuore (246 nel 2015), 154 di polmone (112 nel 2015) e 69 di pancreas (50 nel 2015).
Migliorano le performance delle Regioni, ma il divario tra Nord e Sud è ancora evidente. Nonostante gli aumenti delle donazioni registrate in Campania (dal 12,6 al 13,3%), Sicilia dal 9,8 al 12,2%) e Puglia e i livelli del Lazio, ormai sulla media nazionale, la differenza tra Nord e Sud rimane evidente. Si va dal 53,3% delle donazioni raggiunto in Toscana, 36,4% in Emilia Romagna, 33,5% in Trentino, 31,8% in Fvg, 29,2% in Veneto, 28,7% in Piemonte e 25,2% in Lombardia, 22,1% in Liguria e 7,8 della Valle d’Aosta, al 22,9% registrato nel Lazio, 21,2% in Umbria 27,7% delle Marche, 15,8% in Abruzzo, fino al 13,3% della Campania, 13,9% in Basilicata, 3,2% in Molise, 12,5 in Puglia, 12,6% in Calabria, 12,2% in Sicilia. Fa eccezione la Sardegna con percentuali di dominazioni del 30,7%.
Opposizioni alle donazioni. Anche le opposizioni alla donazione, formulate dai familiari dei donatori in assenza di esplicita dichiarazione in vita, sono più elevate al Sud rispetto al Nord. La riduzione di questo fenomeno rappresenta la sfida principale per la rete nel 2017. Per questo, il Cnt, vuole lanciare e rilanciare su tutto il territorio nazionale le campagne sulla carta di identità nei comuni e “diamo il meglio di noi”.
Liste d’attesa stabili, ma diminuiscono quelle per il rene e il polmone. In totale sono 8.856 le persone che aspettano un ricevere un organo. la maggior parte attende di ricevere un rene (6.598), mentre sono 1.041 i pazienti in lista per il fegato, 742 per il cuore e 346 per il polmone. In generale i dati disegnano una situazione statica delle liste di attesa. Ma per la prima volta la lista del rene e quella del polmone appaiono non solo stabili, ma in diminuzione rispetto all’anno precedente. La riduzione della lista del rene è pari a 300 pazienti. La lista fegato appare stabile, mentre l’incremento della lista cuore va considerato in relazione all’uso dei cuori artificiali che incrementano la platea dei pazienti “trapiantabili”.
“È la prima volta che in Italia vediamo un dato di questo tipo – sottolinea Nanni Costa – sinora osservato solo in Spagna. Va visto come un risultato importante ed una concreta speranza in più per i nostri pazienti in lista”.
Bene l’andamento dei donatori di staminali emopoietiche (midollo osseo). Gli iscritti al Registro italiani donatori midollo osseo sono stati 498mila contro i 469mila del 2015. Bene anche i trapianti di cellule staminali empoietiche: siamo primi/secondi in europa per milione di abitanti.
La Catena samaritana. Si è conclusa l’ultima catena samaritana sviluppata tra dicembre 2016 e gennaio 2017 che a caduta ha coinvolto 5 coppie di donatore/ricevente incompatibili tra loro. Il samaritano del 2016 è un panettiere di Vicenza che si collegato telefonicamente nel corso della conferenza stampa di presentazione dei dati. La sofferenza di un suo cliente in dialisi da anni lo ha spinto a donare il proprio rene, mosso anche dal convincimento che “si può vivere anche con un rene solo. Quindi, anche perché no!”. Ma se sa catena samaritana si è conclusa presto ci saranno altri due samaritani che arriveranno dalla Sicilia e sempre da Vicenza.