Il dipartimento di Biologia cellulare e Neuroscienze dell’Istituto superiore di sanità ha dato avvio nei giorni scorsi al reclutamento di bambini ad alto rischio di sviluppare uno dei disturbi dello spettro autistico (DSA) per uno studio finalizzato a comprendere i primi sintomi dell’insorgenza di questa classe di patologie. I partecipanti, fratelli di bambini con DSA nei primi mesi di vita ai primi mesi di vita, sono stati reclutati presso l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma e la Fondazione Stella Maris di Pisa.Da anni la ricerca ha mostrato come nel corso dei primi mesi di vita esistano numerosi indici del benessere del bambino che possono essere predittivi dell’insorgenza di disturbi dello spettro autistico, e tra questi la motricità spontanea (ovvero i movimenti che il bambino compie spontaneamente quando non stimolato) e le caratteristiche del pianto,.
Ed è proprio su questi dati che si fonda lo studio che studierà in un ampio campione di neonati a termine (2 mesi/2 anni) e in neonati ad alto rischio (10-15 mesi /2 anni) questi due indici attraverso registrazioni video della motricità spontanea e registrazioni audio del pianto. Le registrazioni verranno effettuate a dieci giorni dalla nascita, a 6-12-18 e 24 settimane di vita. Tutte le registrazioni avverranno a casa dei bambini che parteciperanno allo studio. L’indagine sarà focalizzata su repertori motori e vocali in quanto sono questi risultati essere alterati in bambini con disturbi dello spettro autistico.
La scelta dei partecipanti non è stata casuale: i fratelli minori di bambini con disturbi dello spettro autistico hanno un maggior rischio di sviluppare a loro volta un DSA o un altro disturbo evolutivo delle competenze interattive e comunicative, come ad esempio un ritardo della comparsa del linguaggio. Se la prevalenza generale di bambini che ricevono una diagnosi di DSA o che presentano caratteristiche simili ma meno accentuate è stata recentemente stimata essere di 1 su 150 bambini, nella popolazione rappresentata dai fratelli minori di bambini con DSA la possibilità che questi sviluppino lo stesso disturbo sale a 1 su 10, con un rischio di 15 volte maggiore rispetto alla popolazione generale.
Intanto, per fornire a operatori sanitari, educatori e familiari uno strumento di informazione sulle conoscenze oggi disponibili, sui principali contributi della letteratura scientifica, sui progetti di ricerca attivi sul territorio nazionale, l’Iss ha attivato sul proprio sito,
un canale dedicato all’argomento.