Entro la fine del 2016 si stima che in totale in Italia ci saranno circa 13 mila nuovi casi di tumore gastrico, la patologia oncologica al sesto posto per incidenza sia tra gli uomini che tra le donne (4% di tutti i tumori negli uomini e 4% nelle donne). Quasi 73 mila persone (il 55% di sesso maschile) vivono in Italia con una diagnosi di carcinoma gastrico. Alla luce di questi dati e vista la necessità di esortare Istituzioni e comunità scientifiche sull’importanza di una diagnosi precoce e dei trattamenti clinici più avanzati, l’Associazione “Vivere senza stomaco si può” ha organizzato a Roma, il 4 novembre, il 1° Convegno nazionale sul tema “Tumore gastrico: una sfida da vincere insieme” a cui hanno partecipato clinici, studiosi, rappresentanti delle istituzioni tra cui Ministero della Salute e Regione Lazio e, naturalmente, pazienti e familiari per testimoniare la propria esperienza di malattia.
Tra i temi più sentiti del convegno il rischio che i pazienti in cura abbandonino le terapie di elezione e in particolare la chemioterapia, a volte suggestionati da invenzioni pseudoscientifiche che purtroppo trovano eco anche sui media di larghissima diffusione. Un rischio fortissimo denunciato con forza sia dai rappresentanti dell’Associazione sia dai clinici presenti all’incontro. "La mia la percezione è che circa il 50% dei pazienti sia molto attratto da approcci di cura diversi da quelli convenzionali e che cerchi attivamente informazioni", ha precisato
Claudia Santangelo, Presidente dell’Associazione. "Da alcune osservazioni, poi, abbiamo ricavato l'impressione che circa il 20% potrebbe abbandonare la chemioterapia per intraprendere percorsi alternativi", ha proseguito Santangelo.
"Purtroppo il tumore allo stomaco non offre moltissime possibilità di sopravvivenza, specialmente se non curato adeguatamente. E’ quindi estremamente importante poter contare su una diagnosi precoce, sulla possibilità di essere presi in carico in centri di eccellenza (dove trovare seri professionisti specializzati nel trattare di tumore allo stomaco: chirurghi, oncologi, nutrizionisti, psiconcologi) e sull’avere accesso alle cure farmacologiche più adeguate. Stiamo assistendo ad un fenomeno che ci preoccupa molto perché i metodi non convenzionali non hanno a che vedere con la lotta al cancro. Ho paura di perdere amici ammalati che potrebbero invece avere speranze di vita. In una situazione di vita già così difficile, rendersi conto che uno dei pochi strumenti che si ha a disposizione, come la moderna chemioterapia che oggi, prevedendo l’associazione di più farmaci, riesce a dare risultati molti significativi rispetto al passato, non venga utilizzato, mi lascia senza fiato. Per questo è indispensabile ritrovare o trovare una sana alleanza e fiducia con il proprio medico curante".
"La malattia rende più fragili ed è umano che si possa cadere in mani sbagliate - ha spiegato in tal senso
Carmine Pinto, presidente Aiom, l’associazione che riunisce gli oncologi e direttore dell’Oncologia Medica dell’IRCCS, Arcispedale S.Maria Nuova di Reggio Emilia - Se da un lato per legge non si può imporre ad un paziente maggiorenne e capace di intendere e di volere di sottoporsi a una determinata cura se non vuole, il ruolo dell’oncologo diventa basilare per evitare queste situazioni, o perlomeno per limitarne i danni. Sta a lui, infatti, instaurare un rapporto di comunicazione e fiducia con il paziente, ascoltarlo e discutere insieme i pro e i contro delle diverse terapie. Perché se il malato si sente ascoltato nei suoi bisogni e anche paure, comprende il perché della terapia che viene proposta così come eventuali cambi di cura in corsa".
Per approfondire
Quasi 13.000 nuovi casi di carcinoma gastrico sono attesi nel 2016, attualmente al sesto posto in ordine di incidenza sia tra gli uomini sia tra le donne (4% di tutti i tumori nei maschi e 4% nelle femmine). Questo ordine di frequenza è per la quasi totalità da attribuire all’incidenza in età avanzata (oltre i 70 anni). Tuttavia, si tratta di una forma tumorale la cui frequenza è in calo da tempo in entrambi i sessi: 1 -3,6 e -2,8% all’anno nell’ultimo periodo esaminato rispettivamente tra uomini e donne.
Mortalità
Nel 2013 sono state osservate 9.595 morti per questa neoplasia (ISTAT). Con il 6% tra i decessi per tumore sia nei maschi sia nelle femmine il carcinoma gastrico occupa il quinto posto, con una presenza più incisiva nell’età medio-avanzata. Negli ultimi anni la tendenza del fenomeno appare in netta diminuzione (-3,8%/anno nei maschi, -3,6% nelle femmine) analogamente a quanto avviene per l’incidenza. A livello nazionale i tassi più alti si osservano, coerentemente con i dati di incidenza, al Centro-Nord mentre le Regioni meridionali appaiono nettamente più protette.
Sopravvivenza
La sopravvivenza a 5 anni dei pazienti con tumore dello stomaco in Italia è pari al 32,4%, più elevata rispetto alla media europea (25,1%). Nei Paesi del Sud Europa, tra cui l’Italia, presenta valori decrescenti all’aumentare dell’età: la sopravvivenza a 5 anni è pari a 41,0% tra i giovani (15-44 anni) e a 22,1% tra gli anziani (75+).
Prevalenza
Quasi 73.000 persone (55% uomini) vivono in Italia con una diagnosi di carcinoma gastrico, il 3% di tutti i soggetti con tumore. Il 19% di questa coorte si trova a meno di due anni dalla diagnosi, il 36% entro i 5 e il 43% oltre i 10 anni. Si tratta, per lo più di pazienti oltre i 75 anni di età. Le differenze tra aree geografiche sono, anche in questo caso, sensibili e determinate in primis dalle differenze di incidenza tra il Centro-Nord (137 persone ogni 100.000 nel Nord-Ovest, 162 al Nord-Est, 180 al Centro) e il Sud, con una proporzione di “sole” 70 persone/100.000, conseguenza principalmente di una minore incidenza della malattia.