(Reuters Health) – “Il nostro studio ha dimostrato che nei pazienti con cirrosi ad alto rischio di sviluppare un tumore del fegato, lo screening con la risonanza magnetica nucleare con mezzo di contrasto è molto più efficace rispetto all’ecografia che viene raccomandata dalle linee guida nella pratica clinica”, ha detto
Young-Sulk Lim della University of Ulsan College of Medicine di Seoul, autore principale dello studio prospettico su 407 pazienti, pubblicato online da JAMA Oncology.
Lo studio
Tutti i pazienti erano cirrotici e avevano un rischio annuo stimato di HCC superiore al 5.0%, sono stati sottoposti a tre ecografie e RMI con contrasto tra il 2011 e il 2014, inoltre tutti sono stati seguti con la TC a sei mesi dopo lo studio. Nel complesso, i pazienti hanno ricevuto 1.100 esami di imaging appaiati, l’HCC è stata diagnosticata e confermata sulla base degli esami istologici e/o della TC in un totale di 43 pazienti. Cinque casi non sono stati rilevati con entrambi i metodi, 11 sono stati rilevati con entrambi, 26 con la RMI e uno con l’ecografia. Tutto questo è pari a un tasso di rilevamento di 86.0% per la RMI, significativamente superiore al 27.9% dell’ecografia. Inoltre l’MRI ha portato ad un tasso di falsi negativi significativamente inferiore rispetto all’ecografia (3.0% vs 5.6%). Trentadue pazienti (74.4%) avevano un carcinoma epatico molto precoce con un singolo nodulo di meno di 2 centimetri; di questi, 29 hanno ricevuto trattamenti curativi. Il tasso di sopravvivenza complessiva nei tre anni è stato dell’86.0% nei pazienti con HCC.
Fonte:JAMA Oncol 2016
David Douglas
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)