Il progresso tecnologico ha investito numerosi ambiti del nostro vivere senza dimenticare quello dell’assistenza sanitaria domiciliare. Poter monitorare lo stato di salute dei pazienti che seguono una terapia presso il proprio domicilio è uno degli ambiziosi obiettivi della telemedicina. “La medicina a distanza deve trovare la giusta collocazione a seconda della tipologia di paziente. Se così non avviene si rischia di incorrere nella mancata appropriatezza”, commenta
Michele Vitacca. L’Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri (Aipo) infatti è da sempre attenta alle innovazioni introdotte dal progresso tecnologico in una visione globale che ponga però sempre al centro i bisogni del paziente.
Il lavoro della task force presentato al congresso ERS ha portato all’elaborazione di un documento volto a fornire suggerimenti in materia. Il report fornisce infatti indicazioni circa i parametri clinici, la trasmissione dei dati, le modalità di gestione del paziente, la strumentazione necessaria e tutte le informazioni che riguardano i sistemi di tele monitoraggio in paesi in cui questi sistemi sono in uso o come utile direttiva per quei paesi che intendono sviluppare nuovi sistemi di ventilazione meccanica domiciliare promuovendo studi clinici in questo campo.
I membri della task force hanno analizzato la letteratura scientifica pubblicata sull’argomento fra il 2013 e il 2015 utilizzando, nella loro ricerca, le seguenti parole chiave: ventilazione dipendenza, tele monitoraggio, ventilazione meccanica domiciliare, disturbi del sonno, telemedicina respiratoria, tele monitoraggio e fine vita. La ricerca ha portato all’estrapolazione di 2975 articoli di cui solo 150 considerati appropriati all’analisi che si intendeva svolgere.
“E’ la sintesi del lavoro di una task force costituita da esperti europei nel campo del tele monitoraggio” precisa Michele Vitacca Responsabile della Pneumologia Riabilitativa Fondazione S. Maugeri IRCCS Lumezzane Brescia che, insieme con
Nicolino Ambrosino Direttore Dipartimento Auxilium Vitae, Volterra, ha coordinato il team.
“Attraverso una revisione sistematica della letteratura scientifica pubblicata fra il 2013 e il 2015 e la condivisione delle esperienze maturate nei vari paesi europei abbiamo definito dei suggerimenti/raccomandazioni circa il tele monitoraggio del paziente in ventilazione meccanica. Ciò che emerge dall’analisi della letteratura è ancora contraddittorio. Non si può pensare a un utilizzo indiscriminato di questi sistemi. Come accade in tutte le novità cliniche è necessario una posizione equilibrata che non si lasci ammaliare dai facili entusiasmi ma che nel contempo disdegni atteggiamenti di chiusura verso ciò che nuovo e innovativo”, continua Michele Vitacca.
“Il punto è contestualizzare: una stessa tecnologia può essere utile per una tipologia di paziente ma non per un’altra. Occorre inoltre tener conto di un aspetto importante: il confronto con i Gold standards diversi a seconda del paese che consideriamo. Una stessa tecnologia potrebbe dare maggiore o minore risultato in funzione di quelle che sono le tradizionali modalità di monitoraggio e follow up. Nei paesi dove i sistemi di aiuto e assistenza da parte del personale infermieristico sono ben strutturati l’aggiunta di monitoraggio apporta un vantaggio minore e non è conveniente da un punto di vista economico rispetto ai paesi in cui il monitoraggio domiciliare dei pazienti è meno strutturato”, spiega Michele Vitacca. “Inoltre, maggiore è la fragilità sociale e clinica, la disabilità e il consumo di risorse sanitarie del paziente, migliori saranno i risultati ottenuti attraverso il tele monitoraggio. Il sistema di tele monitoraggio domiciliare prevede che vi siano degli strumenti di connessione che consentono al paziente di inviare informazioni a un centro che raccoglie i dati e li invia al prescrittore che può essere un ospedale o una struttura che gestisce il paziente. Solitamente, presso il centro c’è un infermiere, adeguatamente formato che, attraverso l’incrocio delle informazioni cliniche e biologiche, fornisce risposte direttamente al paziente oppure contatta uno specialista o il medico di base”.
“L’ infermiere, in questo contesto, fa da filtro alle richieste del paziente. Questa figura, chiamata anche Case Manager, ha un ruolo fondamentale nella gestione domiciliare del paziente. Il suo intervento può evitare inutili accessi al pronto soccorso. Può essere pensato come un cancello che regola il bisogno sanitario in tempo reale”, spiega Vitacca. “Il nostro lavoro ha evidenziato, oltre alle differenze riscontrabili nei vari paesi europei, grosse lacune nella conoscenza degli aspetti medico legali relativi all’utilizzo di queste tecnologie, mancano infatti chiari riferimenti legislativi in materia”.
“Altro dato importante riguarda gli scenari clinici nei quali queste tecnologie possono trovare applicazione. La maggiore risposta si può avere nella gestione di pazienti affetti da malattie neuromuscolari disabilitanti come la sclerosi laterale amiotrofica. Altra tipologia di pazienti è rappresentata da coloro che soffrono di problemi respiratori durante il sonno. In questo contesto il tele-monitoraggio può dare un grosso supporto ai fini diagnostici e prescrittivi, nonché in termini di controllo di aderenza alla terapia. Il tele monitoraggio può inoltre essere d’aiuto nelle campagne educazionali volte a promuovere cambiamenti degli stili di vita nei pazienti che soffrono di disturbi nel sonno che siano obesi e/o ipertesi”. Più contraddittori sembrano essere i risultati su patologie come la BPCO e la conseguente insufficienza respiratoria cronica. “La ricerca ha messo in luce come le nuove opportunità offerte dal progresso tecnologico vadano collocate nel contesto giusto”, conclude Vitacca.
Marzia Caposio