(Reuters Health) - Secondo uno studio statunitense, gli anziani con diabete scarsamente controllato possono avere problemi con quella che è conosciuta come “memoria episodica”, la capacità cioè di ricordare eventi specifici sperimentati di recente o molto tempo prima. I ricercatori sono arrivati a questa conclusione esaminando i risultati di una serie di quattro test di memoria compiuti tra il 2006 e il 2012 su 950 anziani con diabete e 3.469 persone anziane senza la malattia.
I partecipanti con diabete e glicemia elevata hanno ottenuto risultati peggiori nel primo round dei test all’inizio dello studio e hanno anche sperimentato un declino maggiore nella funzione mnemonica entro la fine della ricerca.
“Crediamo che la combinazione di diabete e glicemia alta aumenti le probabilità di un certo numero di problemi di salute – spiega l’autrice principale del lavoro
Colleen Pappas, ricercatrice sull’invecchiamento alla University of South Florida di Tampa – Il nostro studio porta l’attenzione sulla possibilità che il peggioramento della memoria possa essere uno di questi”.
“Mentre lo studio non esplora il motivo per cui questo potrebbe accadere, è possibile che un livello elevato di zuccheri nel sangue danneggi i neuroni che trasmettono messaggi nell’ippocampo, una parte del cervello coinvolta nella memoria”, continua Pappas.
Le evidenze dello studio
All’inizio dello studio, quando i partecipanti avevano una media di 73 anni, tutti hanno ricevuto esami del sangue per misurare i livelli medi di zucchero. Questo cosiddetto test per l’emoglobina A1c misura la percentuale di emoglobina – la proteina presente nei globuli rossi che trasporta l’ossigeno – che è rivestita di zucchero, e segnala il diabete con valori di 6,5% o superiori.
Le persone senza diabete avevano livelli medi di A1c del 5,6, che viene considerato nel range della normalità. I diabetici avevano invece livelli medi di A1c di 6,7, fatto che li poneva a maggior rischio di complicanze della malattia.
I ricercatori hanno anche fatto test di memoria utilizzando parole immediate e ritardate di richiamo per valutare i cambiamenti nella funzione del cervello nel corso del tempo. I livelli di A1c più alti sono stati associati a punteggi più bassi su questo primo test della memoria e a un declino più ripido nei punteggi nel corso del tempo, secondo il report pubblicato sul ‘Journal of Epidemiology and Community Health’. I livelli di A1c più elevati nelle persone con diabete, tuttavia, spiegano gran parte questa associazione.
I commenti
Una limitazione dello studio è che i ricercatori hanno controllato l’A1c sono una volta, all’inizio della ricerca, come affermano gli stessi autori. Questo rende difficile capire come i cambiamenti di zucchero nel sangue nel corso del tempo possano aver influenzato la memoria. I ricercatori non hanno inoltre riportato i dati sui farmaci presi dalle persone per controllare lo zucchero nel sangue, il che rende difficile valutare se i vuoti di memoria avrebbero potuto essere evitati nei pazienti che hanno assunto medicinali progettati per gestire il diabete, sottolineano ancora gli autori.
Anche così, i risultati suggeriscono che mantenere i livelli di zucchero nel sangue in una gamma sana può aiutare a mantenere le prestazioni della memoria nel corso del tempo, evidenzia
Joe Verghese, direttore del Montefiore-Einstein Center for the Brain Aging di New York. “I pazienti con diabete possono sperimentare diversi cambiamenti cerebrali che si sviluppano nel corso del tempo, come il restringimento delle aree coinvolte nella memoria e nel pensiero, nonché danni ai vasi sanguigni che irrorano il cervello – spiega Verghese, che non è stato coinvolto nello studio – Elevati livelli di zucchero nel sangue possono essere dannosi per la salute del cervello anche negli anziani che non soddisfano i criteri formali per il diabete, ma sono nella zona grigia”.
“Le persone con diabete devono essere consapevoli del fatto che, anche se il loro zucchero nel sangue è ben controllato, hanno un rischio rischio aumentato per quanto riguarda i problemi di memoria e le alterazioni della funzione cognitiva”, dichiara
Mark Espeland, ricercatore alla Wake Forest School of Medicine di Winston-Salem, nella Carolina del Nord. “La miglior difesa è evitare in primo luogo il diabete – sostiene Espeland – che non è stato coinvolto nel lavoro. L’adozione di misure per ridurre il proprio rischio di diabete è importante per mantenere un cervello sano. Queste includono uno stile di vita attivo e l’evitamento dell’obesità.”
Fonte: Journal of Epidemiology and Community Health, online July 20, 2016
Lisa Rapaport
(Versione italiana per Quotidiano Sanità/Popular Science)