È andato alle vittime del terremoto che ha colpito il Centro Italia il primo pensiero del ministro della Salute
Beatrice Lorenzin e dei vertici della Società Europea di Cardiologia (ESC) e della Società Italiana di Cardiologia (SIC) in occasione della conferenza stampa di presentazione del Congresso Annuale ESC che si terrà a Roma dal 27 al 31 agosto. Un evento che porterà nella Capitale oltre 35mila specialisti da 140 Paesi per confrontarsi sulla prima causa di morte in Europa. Secondo i dati presentati oggi da
Fausto Pinto, presidente ESC, si stima che le malattie cardiovascolari siano la causa di circa il 45% dei decessi totali in Europa.
“Ma i disturbi di cuore e vasi - ha spiegato Pinto - sono anche la causa principale di disabilità e di ridotta qualità di vita”, nonché una pesante voce di spesa per i servizi sanitari: “In Europa si spendono ogni anno circa 200 miliardi di euro per la gestione delle malattie cardiovascolari”. Eppure buona parte di esse sarebbero prevenibili agendo sugli stili di vita. “L’Oms stima che una riduzione anche modesta ma simultanea della pressione arteriosa, dei livelli di colesterolo nel sangue, dell’obesità e del fumo potrebbe ridurre di più del 50% l’incidenza delle malattie cardiovascolari”, ha evidenziato il presidente dell’ESC.
Gli “ottimi” risultati clinici raggiunti negli anni e l’esistenza di grandi strutture di eccellenza, dunque, non bastano. Il fatto, ha spiegato il leader della Società Europea di Cardiologia, è che “siamo bravi a trattare le malattie cardiovascolari, ma non a prevenirle”, e questo rappresenta un problema. Per questo uno dei temi centrali del Congresso Esc di Roma sarà la prevenzione. “La prevenzione delle malattie cardiovascolari è una sfida di primaria importanza per la medicina moderna”, ha dichiarato anche il
ministro Lorenzin nel messaggio inviato all’ESC in occasione della conferenza stampa di stamani. Lorenzin si è quindi detta “certa” che il Congresso ESC 2016, “oltre a costituire un importante riconoscimento dei passi compiuti dal settore cardiologico nel nostro Paese, che conta su autorevoli nomi della cardiologia mondiale e centri di eccellenza per il trattamento, rappresenterà una importante occasione di dialogo e di confronto scientifico, culturale e programmatico per migliorare la qualità di vita di tante persone”.
“L’Italia ha avuto una lunga tradizione di eccellenze nel campo della medicina cardiovascolare ed ha sempre fornito un importante contributo all’ESC nel corso degli anni”, ha dichiarato Pinto confermando i risultati ottenuti nel settore dal nostro Paese. “L’Italia - ha evidenziato
Michele Gulizia, direttore della Cardiologia dell’ospedale Garibaldi di Catania e Local Press Coordinator del Congresso ESC 2016 - contribuisce da anni con un elevato numero di pubblicazioni scientifiche internazionali in cardiologia, spesso primeggiando tra i maggiori contributori scientifici. L’Italia è riconosciuta come una eccellenza clinica per questa specialità, e possiamo annoverare importanti nomi italiani nella cardiologia mondiale. Abbiamo ottimi clinici, grandi strutture, conoscenze”. Ma anche nel nostro Paese, ha spiegato Gulizia, resta prioritario lavorare sulla prevenzione e sulla modificazione degli stili di vita.
In questo ambito, in particolare, uno dei grandi temi che saranno dibattuti durante il Congresso ESC 2016 è la prevenzione della Morte Cardiaca Improvvisa “definita come una morte naturale, preceduta da improvvisa perdita della conoscenza, che si verifica entro 1 ora dall’inizio dei sintomi, in soggetti con o senza cardiopatia nota preesistente, ma in cui l’epoca e la modalità di morte sono imprevedibili”. “I dati epidemiologici dell’OMS - ha dichiarato
Leonardo Bolognese, Direttore Cardiologia ospedale di Arezzo e Local Press Coordinator di ESC 2016 - parlano di un caso ogni mille abitanti all’anno per un totale di 350mila morti negli Stati Uniti e 50mila in Italia, circa 1200 al giorno. Tra questi si contano anche circa 1000 giovani con meno di 35 anni. Le aritmie fatali più spesso colpevoli di arresto cardiaco – ha proseguito l’esperto - sono le aritmie ventricolari e, tra queste, la fibrillazione ventricolare è la più comune.
Secondo i dati internazionali più recenti, l’80% degli arresti cardiaci extra ospedalieri è avvenuto a domicilio e, in quasi la metà dei casi, in assenza di testimoni. Il 20% circa degli eventi avviene, invece, in strada o in ambienti pubblici”. Bolognese ha dunque evidenziato come “la disponibilità di defibrillatori automatici (AEDs) nei luoghi pubblici, utilizzati anche da personale laico adeguatamente istruito, riveste un ruolo fondamentale nella cosiddetta ‘catena della sopravvivenza. Un recente studio condotto in Spagna ha documentato che il 42,5% dei pazienti trattati con AED recuperava la circolazione spontanea, dimostrando l’eccellente livello di sicurezza e specificità del dispositivo. La ricerca ha mostrato che 1 paziente su 4 era candidato all’uso del defibrillatore e la metà dei pazienti sottoposti a shock sono stati successivamente trattati con successo dei dipartimenti di emergenza. Questi dati traslati alla realtà italiana indicano che dei 50.000 casi italiani l’anno, un quarto potrebbe salvarsi con il defibrillatore”.
Durante il Congresso, ha poi riferito
Francesco Romeo, presidente della Società Italiana di Cardiologia, direttore della Cattedra di Cardiologia all’Università di Roma Tor Vergata e Local Press Coordinator, “saranno presentati i dati sull’efficacia dei nuovi farmaci con anticorpi monoclonali per il trattamento delle dislipidemie. Sono dati estremamente importanti perché sono rivolti a trattare il fattore ambientale di formazione di placca più importante: il colesterolo. Saranno presentati i dati sullo stato dell’arte della TAVI nel trattamento delle valvulopatie aortiche degenerative, individuando i criteri per un intervento altamente appropriato. Saranno, inoltre, presentati i dati sulla riparazione e/o sostituzione della valvola mitrale con metodiche di cardiologia interventistica. E’ il futuro che è già presente in Italia, essendoci stata la prima sostituzione valvolare mitralica per via percutanea al mondo in Italia presso il Policlinico Tor Vergata di Roma”.
Ma il Congresso Esc di Roma sarà ricordato anche per l’intervento di Papa Francesco, che porterà il suo saluto all’assemblea riunita alla Fiera di Roma mercoledì 31 agosto, dopo l’udienza generale in Piazza San Pietro. Un intervento, quello del Papa, fortemente voluto dai cardiologi, che hanno accolto con “grande orgoglio” la disponibilità del Pontefice. Per il presidente della SIC, “l’intervento del Papà rappresenta un evento straordinario e di grande importanza considerata l’attenzione che il Pontefice è in grado di richiamare. E la sua presenza al Congresso europeo di cardiologia non è certamente ‘fuori tema’, diciamo. La cardiologia, oltre ad essere la prima causa di morte al mondo, è infatti una disciplina ad altissima tecnologia, dove la spinta delle industrie e della ricerca scientifica è talmente forte da correre il rischio di mettere al centro lo sviluppo della tecnologia e della scienza, dimenticando l’uomo. L’intervento del Papà può essere dunque una importante occasione per lanciare un appello all’etica e all’umanizzazione delle cure”.
Un richiamo che, per Romeo, deve essere indirizzato alla classe medica, scientifica e alla componente industriale, ma anche a quella dirigenziale e politica: “Alcuni interventi che un tempo erano invasivi possono essere oggi effettuati attraverso procedure meno devastanti per i pazienti. Dire che non ci sono risorse per offrire ai pazienti questa opportunità non è etico. La programmazione sanitaria non può essere effettuata attraverso il vilipendio della integrità psico-fisica dei pazienti”.
Per il presidente della Società Italiana di Cardiologia l’intervento del Papa può infine rappresentare l’occasione per sollevare il tema della sanità selettiva: “Nessun paziente dovrebbe essere discriminato per età o gravità. Un diritto fondamentale, come è quello alla salute, non può essere soggetto a valutazioni di tipo economico. La persona malata deve essere aiutata, giovane o anziana che sia, e trattata con le migliori terapie a disposizione, per costose che siano”.