(Reuters Health) - Basta solo un minuto di esposizione al fumo passivo di marijuana per avere un’alterazione dell’endotelio vascolare (la superficie interna del vaso sanguigno), con possibili effetti dannosi a livello dell’apparato cardiovascolare, che perdura per 90 minuti. Lo dimostra uno studio su animali da laboratorio condotto dal team di
Matthew Springer, dell’Università della California di San Francisco, e pubblicato dal Journal of the American Heart Association.
Per valutare gli effetti sull’endotelio vascolare, i ricercatori hanno verificato la dilatazione flusso-mediata, l’alterazione della quale sarebbe collegata ad eventi avversi cardiovascolari. E le persone esposte frequentemente a fumo passivo di sigarette hanno una bassa dilatazione flusso-mediata, anche quando il fumo non è presente durante il test.
Sringer e colleghi hanno misurato i livelli di dilatazione negli animali da laboratorio prima e dopo l’esposizione a livelli di fumo compatibili con la realtà, sia di sigarette, sia di marijuana, con e senza la presenza di tetraidrocannabinolo (THC), il principio attivo della cannabis. Il fumo passivo altererebbe in modo significativo e sostanziale la dilatazione flusso-mediata e questa funzione non tornerebbe alla normalità per almeno 40 minuti dopo l’esposizione. I risultati sono stati simili con marijuana senza THC, evidenziando che il principale componente attivo della marijuana non sarebbe alla base di questo effetto.
L’alterazione della dilatazione si avrebbe dopo un solo minuto di esposizione al fumo e perdurerebbe per 90 minuti, molto di più rispetto allo stesso effetto indotto dal fumo di tabacco, che dura circa 30 minuti.
I commenti“Il dato sorprendente – ha sottolineato Stringer – è proprio il tempo di ritorno alla normale funzionalità endoteliale. Molti medici non sanno cosa dire ai pazienti che chiedono spiegazioni sugli effetti del fumo passivo di marijuana – ha spiegato l’esperto – Anche se il nostro studio è stato fatto su animali da laboratorio, si può concludere che c’è qualche evidenza che anche il fumo passivo di marijuana potrebbe essere dannoso. Dunque, meglio evitare l’esposizione a qualunque fumo passivo, anche per poco tempo”.
Secondo i ricercatori americani, il meccanismo con il quale tabacco e marijuana alterano la funzionalità dell’endotelio vascolare non è proprio chiaro, ma sarebbe da ricondurre ai composti chimici delle particelle ultrafini derivanti dalla combustione di sostanze organiche.
Holly Middlekauff, della divisione di cardiologia dell’Università della California di Los Angeles, ha dichiarato che dalle studio viene fuori che non è importante cosa ci sia nella sigaretta, se tabacco o THC. “Quando si inalano sostanze derivanti dalla combustione di composti organici si hanno comunque effetti avversi”, ha spiegato l’esperto. In ogni caso Middlekauff è cauto per il fatto che si tratta di uno studio su animali: “molto lavoro c’è ancora da fare per capire gli effetti sull’uomo, anche perché la legalizzazione della marijuana e il suo uso stanno aumentando”, ha concluso.
Fonte: J Am Hearth Assoc 2016
Will Boggs
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)