Non soltanto siamo ciò che mangiamo. Ma la nostra alimentazione influisce sulla tipologia di microrganismi che popolano il nostro intestino. Con conseguenze enormi sulla nostra salute.
È questo, in sintesi, il risultato di uno studio pubblicato oggi su Science e a cui ha preso parte anche l’Istituto superiore di sanità.
La ricerca, coordinata da ricercatori della Washington University School of Medicine di St. Louis, “mostra scientificamente come un corretto stile di vita, che comprende necessariamente un’alimentazione equilibrata, possa non solo favorire la nostra salute nel breve termine, ma ritardare anche le patologie legate all’invecchiamento, promuovendo un processo antiaging cellulare e contribuendo al ruolo positivo svolto dalla flora batterica”, ha chiosato il presidente dell’Iss Enrico Garaci.
A partire dalle analisi condotte su 33 mammiferi e 18 individui lo studio ha dimostrato infatti che vi è un’associazione diretta tra il tipo di dieta e il cosiddetto microbiota, l’ecosistema intestinale. E i miliardi di microbi che vivono nel nostro intestino, a loro volta, interagiscono e scambiano in continuazione informazioni con il nostro organismo influenzandone il funzionamento. Studi recenti hanno infatti dimostrato che i tipi di batteri e archei che vivono nel nostro intestino influenzano il nostro metabolismo e ci possono proteggere o predisporre a un lunga serie di malattie, tra cui l’obesità, il diabete, alcune malattie infiammatorie croniche dell’intestino e forse anche il cancro.
I ricercatori hanno sequenziato il genoma e le funzioni dei microorganismi intestinali presenti nelle feci di 33 mammiferi che vivono negli zoo di St.Louis e San Diego. È risultato che, sebbene questi animali siano molto distanti l’uno dall’altro nell'albero genealogico, essi condividono tuttavia un gruppo di geni microbici essenziali per vivere nell’intestino che sono influenzati pesantemente dalla dieta. In sostanza, le comunità di microorganismi che vivono nell’intestino svolgono funzioni metaboliche che sono pesantemente influenzate dal fatto che gli animali siano erbivori, onnivori o carnivori.
I ricercatori hanno anche scoperto che la dieta influenza i tipi di microbi che vivono nell’intestino umano. “Abbiamo analizzato i campioni di feci di 18 individui che praticano un regime di restrizione calorica nella speranza di vivere più a lungo e in salute”, ha raccontato Luigi Fontana, coautore dello studio e ricercatore presso l’Istituto Superiore di Sanità e la Washington University di St.Louis. “Abbiamo scelto questi individui perché sappiamo che registrano meticolosamente tutti i componenti della loro dieta giornaliera - ha aggiunto Fontana - e questo ci ha permesso di scoprire che il contenuto di proteine e di fibre nelle loro diete correla con la struttura e la funzione delle comunità microbiche che albergano nell’intestino umano”.