L’aspirina è un farmaco utilizzato da millenni; le sue proprietà curative, analgesiche e anti-infiammatorie (come estratto delle foglie di salice piangente) erano infatti già note ad assiri ed egiziani. Ma ancora oggi, decidere quando e su quali pazienti utilizzarla, rappresenta una decisione niente affatto scontata. Per guidare il medico alla prescrizione più corretta ed appropriata, i ricercatori del Brigham and Women's Hospital e della facoltà di medicina di Harvard hanno messo a punto una ‘
app’, scaricabile gratuitamente. La
app aiuta ad individuare i candidati all’aspirina a basso dosaggio (75-81 mg al dì) per la prevenzione primaria delle patologie cardiovascolari aterosclerotiche (ASCVD), guidando i medici in una delicata valutazione dei rischi (sanguinamento gastro-intestinale) e dei benefici di questo trattamento.
Più nello specifico, la
app consente di calcolare il rischio di malattie cardiovascolari (ictus e infarti) a 10 anni, quello di sanguinamento e addirittura di inviare per
email ai pazienti un sunto di come si sia pervenuti alla decisione di iniziare o meno il trattamento.
“Abbiamo deciso di sviluppare la
Aspirin-Guide – spiega
Samia Mora, cardiologa del BWH – perché abbiamo capito che fare un bilancio dei rischi e dei benefici dell’aspirina nel singolo paziente senza storia di ictus o di infarti, rappresenta un processo complesso. Questa nuova
app consente di individualizzare la valutazione rischi-benefici in pochi secondi, mentre il paziente si trova lì davanti al medico.”
Lo stesso giorno del lancio dell’applicazione, la Mora e colleghi hanno pubblicato su
JAMA Internal Medicine una
review di tutti gli studi che supportano l’impiego dell’aspirina per ritardare o prevenire un primo infarto o uno
stroke e che fornisce esempi di come questa nuova
app possa facilitare il processo decisionale, aiutando allo stesso tempo i medici ad implementare le attuali linee guida per l’impiego dell’aspirina a basse dosi in prevenzione primaria.
Gli studi randomizzati evidenziano che in prevenzione secondaria l’aspirina riduce dell’1-2% l’anno gli eventi cardiovascolari aterosclerotici, al prezzo di effetti collaterali accettabili, con un ordine di grandezza inferiore ai benefici. Il bilancio rischi-benefici è molto meno chiaro quando ci si sposti in un contesto di prevenzione primaria e questo ha portato a linee guida nazionali e internazionali dai contenuti non di rado contraddittori.
La US
Preventive Service Task Force ha emanato quest’anno delle linee guida per l’impiego dell’aspirina a basso dosaggio nella prevenzione primaria della malattia cardiovascolare aterosclerotica.
I messaggi chiave sono così riassumibili: utilizzare l’aspirina nei soggetti di 50-59 anni con un rischio di patologia cardiovascolare aterosclerotica a 10 anni ≥ 10%, non ad aumentato rischio di sanguinamento, con un’aspettativa di vita ≥ 10 anni e motivati ad assumere l’aspirina per ≥ 10 anni.
La decisione di prescrivere o meno aspirina va individualizzata nei soggetti di 60-69 anni, con un rischio di patologia cardiovascolare aterosclerotica a 10 anni del 10% non ad aumentato rischio di sanguinamento, con un’aspettativa di vita ≥ 10 anni e motivati ad assumere l’aspirina per ≥ 10 anni.
In queste linee guida non vengono date raccomandazioni per i soggetti < 50 anni o ≥ 70 anni.
Sempre nel 2016, le linee guida dell’
American Diabetes Association raccomandano di utilizzare l’aspirina al dosaggio di 75-162 mg al dì nei soggetti con diabete non ad aumentato rischio di sanguinamento e con un rischio di patologia cardiovascolare aterosclerotica a 10 anni ≥ 10% (che comprende la maggior parte delle donne e degli uomini ≥ 50 anni con diabete e con ≥ 1 altro fattore di rischio per ASCVD).
Si raccomanda di individualizzare il trattamento nei soggetti con diabete < 50 anni con multipli fattori di rischio per ASCVD (rischio di ASCVD a 10 anni 5-10%).
Il trattamento con aspirina non è invece raccomandato nei soggetti con diabete a basso rischio di ASCVD (rischio a 10 anni < 5%).
L’
Aspirin-Guide è scaricabile gratuitamente dall’Apple
app store dal 20 giugno.
Maria Rita Montebelli