toggle menu
QS Edizioni - giovedì 21 novembre 2024

Scienza e Farmaci

Post menopausa. La resistenza all’insulina è associata a ossa più forti

immagine 13 giugno - Secondo i risultati di uno studio danese pubblicato dal Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism, nelle donne in postmenopausa non diabetiche, la resistenza all’insulina sarebbe associata ad una struttura ossea migliore e più resistente .Un gruppo di ricercatori danesi del Odense University Hospital in Danimarca ha voluto approfondire la relazione, già evidenziata in altri studi ma ancora poco chiara, esistente tra l’iperinsulinemia e la massa ossea.
(Reuters Health) - Secondo i risultati di uno studio danese pubblicato dal Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism, nelle donne in postmenopausa non diabetiche, la resistenza all’insulina sarebbe associata ad una struttura ossea migliore e più resistente. Per questo studio, un gruppo di ricercatori danesi, guidati da Vikram V. Shanbhogue del Odense University Hospital, hanno utilizzato i dati di 146 donne di etnia caucasica in post-menopausa, non diabetiche, già partecipanti ad uno studio di sorveglianza a livello nazionale. E hanno evidenziato che le donne nel gruppo ad elevata insulino-resistenza (misurata con il test HOMA-IR) mostravano una densità minerale ossea in alcune aree significativamente maggiore (ABMD) a livello dell’anca e della colonna lombare e una maggiore densità volumetrica BMD totale (vBMD) al radio e alla tibia, rispetto alle donne del gruppo a bassa-insulino-resistenza.
 
Inoltre, anche lo spessore della corticale ossea era maggiore nelle donne nel gruppo ad elevata insulino-resistenza, sia nel radio che nella tibia, e lo stesso valeva per le stime di resistenza ossea e di rigidità dell’osso e per il carico di frattura.
 
Le conclusioni
Gli autori ritengono quindi che i loro risultati confermino che un aumento HOMA-IR dell’insulino-resistenza possa essere associato ad una maggiore vBMD e ad una microarchitettura ossea generalmente più favorevole, sia nei siti scheletrici che fanno da ammortizzatori del peso che in quelli che non sono influenzati dal peso. Inoltre le associazioni tra la HOMA-IR e la microarchitettura ossea persistevano anche dopo aggiustamento dei dati per le variabili come il tempo di comparsa della menopausa e l’uso precedente di farmaci noti per influenzare il metabolismo osseo. Inoltre, concludono i ricercatori, l’insulino-resistenza ha un effetto favorevole sull’architettura dell’osso, indipendentemente dal peso corporeo. possibile quindi che la presenza di insulino-resistenza possa esercitare, almeno in parte, una reazione protettiva verso contro la perdita di massa ossea tipica della menopausa per via della carenza di estrogeni e dell’invecchiamento nelle donne in postmenopausa. E tutto ciò può contribuire, sia ad una maggiore ABMD che ad una maggiore vBMD, condizioni che sono state sempre osservate nei diabetici di tipo 2.

Forse alla base di queste evidenze, si può pensare vi sia una persistente sensibilità delle cellule del tessuto osseo che si protrae oltre la menopausa. Ma sono necessari ulteriori studi a conferma.

Fonte: J Clin Endocrinol Metab 2016

Reuters Staff
 
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)
13 giugno 2016
© QS Edizioni - Riproduzione riservata