(Reuters Health) -
Jin-Qiu Yuan e colleghi hanno paragonato l’efficacia e la sicurezza di diverse strategie per prevenire gli effetti secondari a carico dello stomaco dovuti all’assunzione di antiinfiammatori non steroidei. I ricercatori cinesi hanno preso in considerazione 82 trial clinici che includevano, complessivamente, 125 mila pazienti, individuando, quindi, cinque diverse possibilità terapeutiche: inibitori selettivi della COX-2, antiinfiammatori non steroidei non selettivi (NSAID) insieme a inibitori della pompa protonica, NSAID e misoprostol, NSAID e antiistaminici della classe degli antagonisti del recettore H2 e inibitori selettivi della COX-2 insieme a inibitori della pompa protonica.
In particolare, quest’ultima associazione sarebbe risultata come la migliore perché associata al minore rischio di ulcere e di complicanze dovute a ulcera. Mentre la meno raccomandabile è risultata l’associazione tra NSAID e aniistaminici della classe degli antagonisti del recettore H2.
“Gli effetti sul sistema gastrointestinale sono solo uno degli effetti degli antinfiammatori non steroidei che il medico deve considerare – ha dichiarato Yuan -. Nel prendere una decisione, il medico deve tenere in considerazione anche il rischio cardiovascolare, il prezzo, le preferenze del paziente e l’interazione con altri medicinali. In ogni caso, gli inibitori della COX-2 – ha sottolineato – devono essere usati con cautela dal momento che ci sono evidenze che possono aumentare il rischio cardiovascolare”.
Fonte: Aliment Pharmacol Ther 2016
Will Boggs MD
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)