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QS Edizioni - domenica 24 novembre 2024

Scienza e Farmaci

Addormentare i bimbi senza stress. Uno studio dice che è possibile

di Lisa Rapaport
immagine 25 maggio - Decidere quando e come educare i bambini a dormire tutta la notte è una delle questioni più difficili per i nuovi genitori, ma un piccolo studio pubblicato su ‘Pediatrics’ suggerisce che il processo non deve essere per forza stressante per madri, padri o per gli stessi neonati.
(Reuters Health) - I ricercatori hanno seguito 43 bebè e i loro genitori per un anno dopo che questi erano stati assegnati casualmente a una delle tre opzioni di sleep training. Un gruppo si è concentrato sul tempo che i bambini passavano a piangere prima che i genitori andassero da loro. Un altro ha ritardato un pochino ogni sera l’ora della nanna per ridurre il tempo totale passato a letto dai figli (bedtime fading). Il terzo gruppo ha invece ricevuto solo istruzioni sulle abitudini di sonno dei bambini. Entrambi i programmi di sleep training hanno portato a un sonno migliore per i bambini, ma non la sola educazione dei genitori, segnalano i ricercatori.
 
All’inizio dello studio, i bebè avevano in media circa 11 mesi, erano in buona salute, ma almeno uno dei genitori diceva che il bimbo aveva avuto problemi di sonno. I ricercatori hanno chiesto alle famiglie di seguire il programma di sonno a loro assegnato per tre mesi, e poi li hanno seguiti per un anno dopo che gli interventi si sono conclusi.

I risultati
I genitori hanno mantenuto diari del sonno e riportato i livelli di stress. I ricercatori hanno usato rilevatori di movimento per vedere come i bambini dormivano, e hanno testato lo stress infantile misurando i livelli dell’ormone cortisolo nella saliva.

Dopo tre mesi, i piccoli assegnati al primo gruppo si addormentavano quasi 13 minuti prima rispetto all’inizio dello studio, mentre quelli nel gruppo del gradual fading prendevano sonno 10 minuti più velocemente. L’educazione dei genitori non ha invece aiutato i bambini ad addormentarsi prima.
I piccoli hanno anche aumentato il tempo del sonno. Il maggiore guadagno è stato di circa 44 minuti, nel gruppo di estinzione graduata. Nell’altro, i neonati hanno aggiunto circa 25 minuti e con la semplice educazione dei genitori i bimbi hanno guadagnato circa 32 minuti. Con l’estinzione graduale, i neonati hanno anche sperimentato due risvegli in meno durante la notte nei tre mesi, mentre non vi sono stati cambiamenti significativi per la bedtime fading o l’educazione parentale.

I livelli dell’ormone dello stress hanno mostrato diminuzioni di piccola e moderata entità nei gruppi di estinzione graduale e di bedtime fading. Anche lo stress delle madri ha fatto registrare una riduzione piccola-moderata in entrambi i gruppi, nel corso del primo mese. Dopo un anno, non vi erano differenze significative tra i gruppi per quanto riguarda i problemi emotivi e comportamentali o i rapporti interpersonali.

La maggior parte dei genitori erano benestanti, sposati o in relazioni di lungo termine, e aveva frequentato l’università. “Ci possono essere ragioni mediche dietro ai problemi di sonno dei neonati – sostiene Michael Gradisar, ricercatore di psicologia alla Flinders University di Adelaide, in Australia, e autore principale del lavoro – Se non viene trovato nulla, questo suggerisce che i genitori possono provare le tecniche che abbiamo valutato nel nostro studio o di alti metodi con cui si sentono a proprio agio”.

I commenti
Al di là le sue piccole dimensioni, i limiti dello studio riguardano la possibilità per i genitori di passare da un approccio all’altro e l’alta percentuale di partecipanti che non ha completato lo studio, scrivono gli autori. I risultati devono essere considerati preliminari, ed è possibile che ulteriori ricerche ottengano outcome diversi, precisa Helen Ball, direttrice del laboratorio del sonno genitore-bambino del Dipartimento di antropologia della Durham University (Uk). “Tutti i dati significativi possono essere falsi positivi e ogni mancanza di differenze può essere un falso negativo”, spiega Ball, che non è stata coinvolta nello studio.

Questo non significa necessariamente che i genitori dovrebbero evitare lo sleep training, ma dovrebbero considerare se i bambini non siano troppo piccoli per questi sforzi, evidenzia Michael Goodstein, ricercatore alla Pennsylvania State University e direttore del York County Cribs per il Kids Program. “I genitori hanno spesso un’idea sbagliata dei modelli di sonno di un bambino e pensano che i neonati potranno dormire tutta la notte molto prima di quando questi sono pronti fisiologicamente”, ricorda Goodstein, che non è stato coinvolto nello studio.

“Di solito non è un problema di salute che riguarda il bambino, ma non dobbiamo sottovalutare quanto sia grave la privazione del sonno per i genitori. Questo studio – conclude l’esperto – ribadisce che ci sono strumenti che possono aiutare”.
 
Fonte: Pediatrics 2016
 
Lisa Rapaport
 
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)
25 maggio 2016
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