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QS Edizioni - venerdì 22 novembre 2024

Scienza e Farmaci

Neuropatia diabetica: il punto sui trattamenti

di Maria Rita Montebelli
immagine 15 aprile - Può portare all’amputazione e devastare la qualità di vita. A soffrirne, in gradi di gravità diversa è una persona con diabete su tre, ma non sempre questa condizione viene gestita correttamente. Sul New England Journal of Medicine  un articolo su ‘neuropatia sensitivo-motoria diabetica’, una patologia con tante facce e tanti approcci terapeutici. Anche se l’arma più efficace resta sempre quella della prevenzione.
E’ una delle complicanze del diabete forse meno conosciuta, ma non per questo meno pericolosa e invalidante.  La neuropatia diabetica una condizione proteiforme che può manifestarsi a carico delle fibre nervose distali o prossimali, del sistema nervoso somatico come di quello autonomo. La forma più comune è la polineuropatia simmetrica distale, che colpisce un terzo delle persone con diabete di tipo 1 o di tipo 2 e fino ad un quarto delle persone con alterata tolleranza al glucosio (IGT).
Le biopsie cutanee di questi soggetti mostrano una riduzione progressiva delle fibre nervose intraepidemiche fin dal momento della diagnosi di diabete; queste alterazioni sono osservabili tuttavia anche nelle persone con prediabete.
 
I sintomi della polineuropatia distale simmetrica motoria e sensitiva, riscontrabili in 1 paziente con diabete su 3, possono essere ‘positivi’ (sensazioni di formicolio, dolore urente o trafittivo) o ‘negativi’ (perdita di sensibilità, debolezza o intorpidimento). Una neuropatia distale dolorosa è presente nel 10-26% dei pazienti con diabete e può avere un impatto importante sulla qualità di vita, sull’umore e sul sonno (in genere aumenta di intensità proprio nelle ore notturne).
 
Una ridotta sensibilità periferica predispone invece alla comparsa di ulcere asintomatiche a livello dei piedi che possono portare nel tempo, infettandosi, alla gangrena e all’amputazione. Il rischio di sviluppare lesioni ai piedi nel corso della vita per una persona con diabete è del 15-25%.
Le alterazioni della sensibilità propriocettiva invece determina incertezza della marcia e instabilità e predispongono dunque alle cadute, più o meno rovinose.
 
Di fronte ad un quadro del genere, prima di apporre l’etichetta di ‘neuropatia diabetica’ sarà necessario escludere altre cause di neuropatia, quali ad esempio il deficit di vitamina B12, che può verificarsi nei pazienti in trattamento con metformina.
 
Alcuni interventi sullo stile di vita sono in grado di ‘restaurare’ le fibre nervose, mentre esercizi mirati a migliorare forza ed equilibrio possono ridurre il rischio di cadute.
Le forme di neuropatia dolorosa possono essere trattate con alcuni antiepilettici (quali gabapentin e pregabalin), antidepressivi triciclici, inibitori del reuptake di serotonina-noradrenalina (SNRI) quali venlafaxina e duloxetina. Controverso l’uso di capsaicina topica; la crema allo 0,075% non funziona, ma studi recenti indicano che un cerotto alla capsaicina all’8% applicato per 30-60 minuti (dopo somministrazione di un anestetico topico) è efficace nel ridurre il dolore per 3-6 mesi dopo una singola applicazione.
 
Se il livello di vitamina B12 è inferiore a 450 pg/ml gli autori consigliano di iniziare una supplementazione orale di metilcobalamina (2000 mcg/die). Per alleviare il dolore può essere infine somministrato acido alfa lipoico.
Nello scegliere il trattamento più appropriato per un determinato paziente sarà necessario tener conto dell’eventuale presenza di condizioni quali insonnia, depressione e ansia.
 
Maria Rita Montebelli
15 aprile 2016
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