(Reuters Health) -
Joy Tsai e colleghi del Massachusetts General Hospital di Bosto hanno condotto, in un singolo sito, uno studio open randomizzato e controllato, della durata di 2 anni, che ha coinvolto 94 donne di età uguale o superiore a 45 anni esposte ad alto rischio di fratture. Le pazienti sono state randomizzate a ricevere per 24 mesi 20mcg/die di teriparatide per via sottocutanea, e 60 mcg di denosumab per via sottocutanea ogni 6 mesi, o entrambi. Si è così evidenziato che la densità volumetrica ossea totale (BMD) e trabecolare misurate al radio e alla tibia, della BMD volumetrica trabecolare al radio, e della BMD volumetrica corticale alla tibia, erano aumentate di più nel gruppo che ha ricevuto la terapia combinata, rispetto a entrambi i gruppi che erano in monoterapia (p <0.002 per tutti i confronti alla combinazione). In particolare la BMD volumetrica totale alla tibia è aumentata del 4,2% rispetto al 2,6% per i gruppi in monoterapia (p = 0,001).
I risultati
La BMD totale volumetrica al radio era aumentata del 3.3% (p <0.001) rispetto al 3,0% nel gruppo che riceveva solo denosumab, e nessun cambiamento si verificava nel gruppo in terapia con teriparatide. Inoltre, lo spessore corticale della tibia è aumentato de 8,1% nel gruppo che ha ricevuto la combinazione terapeutica, rispetto al 6,0% del gruppo denosumab (p <0,001) e a nessun cambiamento nel gruppo teriparatide. E ancora, sia la porosità corticale sia il raggio della tibia sono aumentati progressivamente nel corso dei 24 mesi di trattamento nelle donne trattate con teriparatide, ma sono rimasti stabili in tutte le pazienti in entrambi gli altri gruppi (p <0,001 teriparatide rispetto a entrambi altri gruppi). Per ciò che riguarda la BMD volumetrica trabecolare alla tibia si è verificato un aumento con tendenza simile in tutti i gruppi, mentre il raggio e la BMD volumetrica trabecolare hanno fatto registrare un aumento maggiore nelle donne in terapia combinata rispetto alle partecipanti di entrambi i gruppi in monoterapia (p <0,01 per entrambi i confronti). Alla tibia, le stime di resistenza o cedimento al carico, hanno mostrato aumenti simili in tutti i gruppi, mentre le stime dei carichi di frattura erano più grandi nel gruppo che riceveva i due farmaci in combinazione (p = 0,045). Nell’analisi finale la resistenza ossea è migliorata o è stata mantenuta con tutti i trattamenti.
Fonte: J Clin Endocrinol Metab 2016
Rita Buckley
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)