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QS Edizioni - mercoledì 3 luglio 2024

Scienza e Farmaci

Infezioni. Con inibitori dell’acido teicoico, beta-lattamici di nuovo efficaci contro stafilocchi resistenti

di Will Boggs MD
immagine 16 marzo - L'azione sinergica di agenti che alterano la parete cellulare e di antibiotici beta-lattamici sarebbe efficace contro le infezioni da Staphylococcus aureus meticillina-resistente. Lo dimostra uno studio pubblicato su Science Translational Medicine.
(Reuters Health) - I farmaci inibitori della biosintesi dell’acido teicoico, uno dei componenti della parete batterica, potrebbero ripristinare la suscettibilità dello Staphylococcus aureus meticillina-resistente agli antibiotici beta-lattamici. Lo dimostra uno studio pubblicato su Science Translational Medicine.“Il trattamento con agenti non antibiotici come tarocina A o B ristabilirebbe l’efficacia degli antibiotici beta-lattamici, che altrimenti sarebbero inutili”, ha dichiarato Christopher Tan, dei Merck Research Laboratories di Kenilworth, in New Jersey. “L’effetto sinergico nel combattere il batterio è stato osservato sia in colture cellulari che in animali da laboratorio infettati e immuno-compromessi”, ha sottolineato.
 
Lo studio
Le tarocine bloccano TarO, l’enzima responsabile del primo passaggio della biosintesi degli acidi teicoici negli stafilococchi. Tan e colleghi hanno valutato gli effetti di questi agenti, tarocina A e B, su ceppi di stafilococco meticillina-resistente. Entrambe le tirocine hanno inibito in modo efficace l’attività dell’enzima TarO, che sarebbe implicata nella resistenza del batterio agli antibiotici beta-lattamici. In particolare, la tirocina A avrebbe ridotto di 50 volte la concentrazione minima inibitoria dei beta-lattamici necessaria per combattere lo stafilococco e avrebbe ristabilito la potenza dell’antibiotico tra il 75 e l’82% della sua efficacia, sulle colture isolate. Le tarocine, infatti, avrebbero mostrato un potente effetto sinergico insieme con l’antibiotico beta-lattamico imipenem su ceppi meticillino-resistenti sia di Staphylococcus aureus che di Staphylococcus epidermidis. Nel modello animale infettato con Staphylococcus aureus, mentre dicloxacillina e toracina A somministrate da sole non avevano effetto, la co-somministrazione avrebbe invece determinato una significativa riduzione, dose-dipendente, del batterio dopo 24 ore.

“Anche se si tratta di risultati preliminari, il nostro studio sottolinea un nuovo approccio da considerare per lo sviluppo futuro di una nuova generazione di antibiotici – ha dichiarato Tan – Migliorare l’attività di questi farmaci scoprendo agenti che colpiscono altri aspetti fisiologici dei batteri, significa avere diversi target per nuove classi di farmaci per cercare di risolvere il problema dell’antibiotico-resistenza, che sta preoccupando molto negli ultimi anni”. “Le tarocine non sono mai state testate su pazienti – ha concluso Tan – finora sono state somministrate solo ad animali da laboratorio, per cui non siamo ancora nella posizione di rilevare come si svilupperà la nostra ricerca in questo senso”, ha concluso.

Fonte: Science Translation Medicine
 
Will Boggs MD
 
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)
16 marzo 2016
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