toggle menu
QS Edizioni - sabato 23 novembre 2024

Scienza e Farmaci

Infarto. Per le infermiere ipertese rischio triplo

di Lisa Rapaport
immagine 15 marzo - Uno studio danese pubblicato dall’European Journal of Preventive Cardioogy, ha valutato, su una popolazione di oltre 12.000 infermiere, la correlazione lavoro impegnativo,ipertensione e rischio di attacco cardiaco. Tra le migliaia d’infermiere esaminate in questo studio, l’ipertensione, il lavoro di sollevamento e di trasporto di pesi, e lo stare in piedi a lungo, sono stati correlati a una probabilità triplicata di avere un infarto miocardico.
(Reuters Health) – Le donne con ipertensione e con un lavoro particolarmente stressante hanno maggiori possibilità di avere un infarto al miocardio rispetto alle loro coetanee con un’attività meno impegnativo e una pressione arteriosa normale.È quanto emerge da uno studio danese che ha valutato l’interazione tra lavoro fisico, pressione alta e rischio di attacco cardiaco revisionando i dati di oltre 12.000 infermiere.
 
“Un lavoro fisicamente impegnativo può essere associato a un aumento della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa. – ha detto l’autrice dello studio, Karen Allesoe – Così nel corso del tempo si possono formare placche aterosclerotiche nelle coronarie e anche l’ipertensione è legata alla formazione di tali placche. Tutto ciò potrebbe aiutare a spiegare perché alcune donne hanno mostrato un elevato rischio di MI”. In particolare, tra le migliaia d’infermiere esaminate in questo studio, l’ipertensione, il lavoro di sollevamento e di trasporto di pesi, e lo stare in piedi a lungo, sono stati correlati a una probabilità triplicata di avere un infarto miocardico, rispetto a quanto si è visto per lavori più sedentari.

Lo studio
Per esplorare l’interazione tra il lavoro fisico, la pressione alta e il rischio di attacco cardiaco, Allesoe e colleghi, della University of Southern Denmark di Odense, hanno revisionato i dati riguardanti più di 12.000 infermiere già partecipanti al Danish Nurse Cohort Study partendo dal 1993. I dati sono stati raccolti attraverso un questionario nel quale le partecipanti dovevano riportare i livelli di sforzo fisico da lieve a moderato o elevato. Durante 15 anni di follow-up, 580 infermiere hanno sviluppato cardiopatia ischemica. Circa il 12% degli infermieri riferito di aver avuto l’ipertensione. Circa il 47% delle infermiere ha riferito elevati livelli di attività fisica sul posto di lavoro, il 34% ha descritto un livello di sforzo moderato e il 19% ha detto di essere generalmente sedentarie. Le infermiere con pressione sanguigna normale ed elevata attività fisica hanno avuto un piccolo aumento del rischio di malattie cardiache, ma questo non è risultato statisticamente significativo, dopo aggiustamento per altri fattori di rischio come il diabete e il fumo. Queste donne, inoltre, mostravano un rischio di circa cinque ulteriori casi di cardiopatie/10.000 persone/anno, che non si sarebbero verificati se non avessero avuto un lavoro fisicamente impegnativo. Ma con l’ipertensione, le donne mostravano circa 15 ulteriori casi di cardiopatie/10.000 persone/anno. Di fatto, la combinazione ipertensione/lavoro pesante, è stata associata a 60 casi in più di cardiopatie/10.000 persone/anno.

Uno dei limiti dello studio è che il campione esaminato, seppure di grandi dimensioni, era rappresentativo di una sola professione e di un solo Paese. Inoltre le segnalazioni delle infermiere sull’attività lavorativa avrebbero potuto non essere del tutto corrette. E ancora, l’assunzione di farmaci, le diverse attività extra-lavorative o lo stile di vita, avrebbero potuto influenzare i risultati. Infine, andrebbe considerata anche l’assunzione più o meno corretta di farmaci per mantenere la pressione in controllo, una condizione che se associata a un’attività lavorativa pesante, potrebbe rappresentare, anche in altre professioni, il rischio oggettivo di una cardiopatia ischemica.

Fonte: Eur J Prev Cardiol 2016

Lisa Rapaport

(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)
15 marzo 2016
© QS Edizioni - Riproduzione riservata