(Reuters Health) - Secondo uno studio apparso sull’edizione online di
JAMA Surgery, il bypass gastrico – oltre ai benefici metabolici meglio già conosciuti – incide positivamente sul tasso di mortalità. Come ha sottolineato l’autore dello studio
Lance Davidson, della Brigham Young University di Provo, Utah (USA). Il beneficio è “piuttosto significativo e abbastanza convincente”. Precedenti ricerche avevano evidenziato il legame tra la perdita di peso, ottenuta senza chirurgia, e la riduzione totale della mortalità per tutte le cause, compresi le cardiopatie e i tumori, Tuttavia questi studi avevano lasciato aperte diverse questioni. In particolare, non erano state considerate alcune delle cause extra-malattia, come incidenti e avvelenamenti, che forse possono essere più frequenti dopo la chirurgia bariatrica. Inoltre, la riduzione del rischio di morte non era evidenziata nei pazienti obesi che vengono seguiti in ambulatorio e che non si sottopongono a chirurgia bariatrica.
Studio e risultati
Per il nuovo studio, i ricercatori hanno osservato 7.925 pazienti che erano stati sottoposti a bypass gastrico tra il 1984 e il 2002 e 7.925 pazienti obesi che non avevano però subito l’intervento chirurgico. Nel corso dei sette anni successivi all’intervento chirurgico, i pazienti che erano passati dai 35 ai 44 anni mostravano una probabilità di morte per qualsiasi causa minore del 46% rispetto alle persone che non sono state sottoposte ad intervento chirurgico. Allo stesso modo, le persone che dall’età di 45 anni erano arrivate all’età 54 anni evidenziavano una riduzione del 57% del rischio di morte. E ancora, una riduzione del rischio di morte si è verificata nei soggetti che dall’età di 55 anni, al momento dell’intervento, sono arrivati a 74 anni con una riduzione del rischio di morte del 50%. Tuttavia non si sono evidenziate differenze nei tassi di mortalità tra le persone sotto i 35 anni. Iricercatori hanno evidenziato che queste mancate differenze sono principalmente da addebitare a un maggior rischio di morte per cause esterne, che in questa fascia d’età sono più rappresentate nelle donne. Più precisamente, per le donne sotto i 35 anni, il rischio di morte per una causa esterna era più che triplicato proprio per coloro che erano state sottoposte a bypass gastrico, rispetto a quelle che non avevano subito l’intervento chirurgico.
I punti critici commentati
In proposito Davidson ha tenuto a precisare che lo studio non permette di evidenziare le cause esterne che hanno motivato l’aumento del rischio di morte, dopo l’intervento chirurgico, ma ipotizza che se l’osservazione fosse stata protratta per altri 10 anni, forse si sarebbe potuta osservare una riduzione del rischio di morte anche in questa fascia di obesi più giovani. Per quanto riguarda, invece, gli anziani obesi, considerando il bypass gastrico, Davidson ha sottolineato che i benefici sono probabilmente migliori, dato che generalmente con l’invecchiamento aumentano le probabilità di morte, specie nei soggetti obesi. Tuttavia, questi nuovi risultati devono essere interpretati con cautela, ha commentato
Malcolm Robinson, della Harvard Medical School e del Brigham and Women Hospital di Boston in un editoriale. “Nello studio la chirurgia bariatrica è stata esclusa nei pazienti ad alto rischio per l’intervento chirurgico, e questo rappresenta il difetto principale di questo studio”, ha scritto Robinson. In altre parole, le persone obese che sono state sottoposte all’intervento chirurgico formavano un gruppo di persone relativamente sane, anche se, generalmente, i pazienti sottoposti a chirurgia bariatrica tendono ad essere quelli “più obesi”.
Fonte: JAMA Surg 2016
Andrew M. Seaman
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)