Un post di un amico su facebook ricordava, con ritardo di alcuni mesi, la nascita di
Jonas Salk (28 ottobre 1914), il realizzatore del primo vaccino contro la poliomielite. La cosa mi ha incuriosito e sono andato a scartabellare su Wikipedia per un breve ripasso. Quando la notizia del successo del vaccino di Salk fu resa pubblica, il 12 aprile 1955, lo scienziato fu salutato come "l'uomo dei miracoli", e la giornata "divenne quasi un giorno di festa nazionale". Cosa che avvenne sul serio il 6 maggio 1985, quando il Presidente
Ronald Reagan proclamò quel giorno il "Jonas Salk Day"
Il suo unico obiettivo – si legge su Wikipedia - era stato sviluppare un vaccino sicuro ed efficace il più rapidamente possibile, senza nessun interesse al profitto personale. Quando in una intervista televisiva gli fu chiesto chi possedesse il brevetto del vaccino, Salk rispose: "Il popolo americano, suppongo. Non c'è brevetto. Si potrebbe brevettare il sole?".
Pochi giorni fa il direttore dell’Aifa Luca Pani, a proposito dei prezzi salatissimi dei nuovi farmaci anti epatite C capaci per la prima volta di eradicare il virus, scriveva: “Tutti sanno che ci stiamo avvicinando alla fine del contratto dei primi 50.000 pazienti con sofosbuvir e ledipasvir (Sovaldi e Harvoni) che valeva 750.000.000 di euro e che scade alla fine del prossimo giugno, con dei prezzi sempre più favorevoli a vantaggio del nostro SSN soprattutto ora che ci approssimiamo alle fasce di sconto prezzo/volume molto più convenienti. In queste condizioni che cosa farà l’Azienda che si è arricchita più di qualunque altra nella storia della farmaceutica dal lancio globale nei primi anni di un suo farmaco? Terrà fermi gli sconti per consentirci di trattare il numero massimo di pazienti italiani o inizierà una nuova negoziazione cercando di riaumentare ancora una volta il proprio profitto?”.
Due storie, due epoche.
Cesare Fassari