Per la prima volta in Italia e terza al mondo è stata operata una paziente affetta da grave forma di disfagia lusoria (l'esofago compresso dall'arteria succlavia) passando attraverso la clavicola anziché l'invasiva apertura del torace, presso la Chirurgia vascolare universitaria dell'ospedale Molinette della Città della Salute di Torino. L’intervento è stato appena pubblicato da Annals of Vascular Surgery, una prestigiosa rivista internazionale di chirurgia vascolare .
“La giovane paziente – spiega una nota della Città della Salute -, affetta da una grave forma di disfagia lusoria, è stata operata con successo, utilizzando una tecnica chirurgica innovativa che, secondo i dati esistenti in letteratura, è stata impiegata solo due volte al mondo e per la prima volta in Italia. All’origine di questa patologia vi è un’anomalia vascolare congenita, presente fino a quasi il 2% della popolazione generale, chiamata arteria succlavia lusoria oppure aberrante oppure retroesofagea. Il termine lusoria fu coniato dagli anatomici d’inizio ‘800 che la descrissero per primi su studi autoptici e che la definirono “lusus naturae” o scherzo di natura”.
L’anomalia, spiega la nota, consiste in un’emergenza dell’arteria succlavia destra che nascendo a valle della succlavia sinistra, invece che a monte, compie un percorso retroaortico e soprattutto retroesofageo tendendo a determinare su di esso un’impronta che, nei casi più gravi come quello del suddetto caso, può provocarne l’ostruzione completa. Conseguenza di ciò arriva ad essere l’impossibilità ad alimentarsi ed il successivo rapido e cospicuo dimagramento fino all’emaciazione, necessitante di nutrizione totale per via endovenosa.
“Va precisato – spiega la nota - che non tutti i pazienti portatori di arteria succlavia lusoria sviluppano nel corso della loro vita i sintomi della disfagia lusoria e che quest’ultima può presentare un’evoluzione variabile e diversi gradi di severità”.
Nel caso della paziente operata a Torino, l’intervento chirurgico è consistito in una normalizzazione del decorso anomalo della succlavia destra, eseguendo una trasposizione di quest’ultima tramite una connessione con l’arteria carotide comune destra ed asportando completamente, con l’utilizzo del mediastinoscopio, il segmento di succlavia che comprimeva l’esofago. “Il vantaggio di questa tecnica è quello di evitare una ben più invasiva apertura del torace”.
L’operazione, con un taglio di circa 10 centimetri sopra la clavicola destra “piuttosto delicata per via della sede anatomica in cui si lavora su arterie che irrorano il cervello”, è durato circa due ore ed è stato eseguito dal professor
Pietro Rispoli, direttore della di Chirurgia Vascolare universitaria.
“L’esito dell’intervento è stato positivo e tutti i controlli post operatori hanno dato esito favorevole. La paziente ha ripreso un’alimentazione fisiologica ed ha riacquistato un peso normale”.