E’ notizia recente che in tutto il mondo è di nuovo ‘di moda’ e in crescita il consumo di eroina, con tutto ciò che questo comporta in termini di morti per
overdose e aumento delle malattie trasmesse attraverso lo scambio di siringhe. Si tratta di un’emergenza mondiale, alla quale ognuno sta reagendo a suo modo. Gli Stati Uniti ad esempio lo fanno sostenendo importanti progetti di ricerca.
Il
National Institute on Drug Abuse (NIDA) dei
National Institutes of Health ha infatti appena assegnato il prestigioso
Translational Avant-Garde Award ad un gruppo di ricercatori dello
Scripps Research Institute (TSRI, La Jolla, California, USA). Un premio da 1,6 milioni di dollari spalmato su due anni (ma se necessario sono già pronti i finanziamenti per altri tre anni di ricerche) per accelerare la messa a punto di quello che è stato soprannominato il ‘vaccino anti-eroina’.
“La dipendenza da eroina – commenta il leader del progetto
Kim Janda, Professore di Chimica e membro dello Skaggs
Institute for Chemical Biology del TSRI (nella foto;
credit Scripps Research Institute ) - ha un impatto pesante su tante persone e sulle rispettive famiglie”.
Janda ha messo a punto il ‘vaccino’ nel 2013 e ne ha già dimostrato
safety ed efficaciasu un modello animale (topo) di dipendenza da eroina. Il funzionamento del vaccino anti-eroina consiste nell’addestrare gli anticorpi del sistema immunitario a riconoscere le molecole di eroina e a legarle. In questo modo i principi attivi della droga non riescono a raggiungere i loro
target cerebrali, eliminando così di fatto tutto il piacere connesso allo ‘sballo’. Questo secondo i ricercatori californiani dovrebbe spianare la strada ai tentativi di disassuefazione e fare in modo che il soggetto non ricada in questa insana e mortale abitudine.
Il nuovo progetto di ricerca prevede la collaborazione dei ricercatori del TSRI con quelli della Virginia
Commonwealth University e di
Molecular Express. Tutti insieme cercheranno di migliorare il vaccino esistente, testandone la stabilità e definendo in dettaglio le procedure ottimali per la sua produzione. Questo fornirà le basi per i
trial clinici e registrativi.
Utilizzando lo stesso principio del ‘vaccino anti-eroina’ Janda e colleghi si occuperanno poi di mettere a punto nuovi vaccini contro altre sostanze d’abuso della famiglia degli oppiodi, dall’ossicodone all’idrocodone.
Maria Rita Montebelli