Il Viagra come farmaco anti-diabete? E’ quanto suggerisce uno studio pubblicato
ahead of print sul
Journal of Clinical Endocrinology and Metabolism, nell’evidenziare che sildenafil e farmaci della stessa classe migliorano la resistenza insulinica nei soggetti con prediabete e riducono al contempo dei marcatori di rischio di patologie renali e cardiovascolari.
La condizione nota come ‘insulino-resistenza’ precede di anni le manifestazioni cliniche conclamate del diabete di tipo 2. Senza un intervento deciso sullo stile di vita, almeno una persona su tre di quelle con ‘pre-diabete’ sviluppano una condizione di diabete franco, nell’arco di 5 anni.
“Abbiamo assoluta necessità di individuare nuove strategie – sostiene
Nancy J. Brown della Vanderbilt
University School of Medicine, Nashville (USA) – che ci aiutino a rallentare la progressione dal prediabete al diabete. Il calo ponderale e l’attività fisica possono essere propositi difficili da mantenere e alcuni farmaci disponibili sul mercato vengono utilizzati poco nella pratica clinica per il timore di effetti collaterali. Il sildenafil e gli altri farmaci della categoria rappresentano una nuova potenziale alternativa per fronteggiare il numero di nuove diagnosi di diabete, in costante crescita”.
Il sildenafil, più noto come farmaco contro la disfunzione erettile che come anti-diabete, è un inibitore della fosfodiesterasi 5, l’enzima che degrada il cGMP.
Lo studio pubblicato su JCEM ha arruolato 51 soggetti in sovrappeso con prediabete, assegnandoli in maniera randomizzata al trattamento con sildenafil o placebo per 3 mesi. I partecipanti allo studio sono stati sottoposti a
clamp iperglicemico prima dei tre mesi di trattamento e al termine di questo periodo, per valutare la loro secrezione insulinica in risposta al glucosio e il grado di sensibilità insulinica. Sono state inoltre valutate microalbuminuria e creatinina, indicatori dello stato di salute del cuore e dei reni.
Tra i 42 soggetti che hanno completato lo studio, i ricercatori hanno rilevato che quelli trattati con sildenafil erano diventati, dopo i tre mesi di trattamento, più sensibili agli effetti dell’insulina. E non solo. Il gruppo trattato con sildenafil presentava anche valori di microalbuminuria inferiori rispetto ai controlli.
“Alcune delle terapie farmacologiche disponibili per la prevenzione del diabete di tipo 2 possono avere effetti indesiderati a livello cardiaco e sono comunque controindicate in caso di insufficienza renale. Per questo motivo – prosegue la Brown - nuove strategie terapeutiche, valide ai fini della prevenzione del diabete e senza effetti indesiderati sul cuore o sui reni, potrebbero avere un enorme impatto a livello di salute pubblica. Sono tuttavia necessari studi con un
follow up più esteso, per valutare gli effetti a lungo termine di terapie come il sildenafil nel prevenire la comparsa di diabete nei soggetti ad alto rischio”.
Maria Rita Montebelli