Contro l’ipertensione scende in campo l’Aifa con l’algoritmo per aiutare i medici a trovare le terapie più appropriate e i pazienti ad essere più informati su tutto ciò che riguarda ‘la pressione alta’. Il progetto frutto della collaborazione dell’Agenzia con la Società italiana di ipertensione arteriosa (Siia) stato presentato oggi a Roma. Ma cos’è? E come funziona questo algoritmo? Che ricordiamo è il terzo algoritmo terapeutico dell’AIFA dopo quelli per la terapia dell’HCV e del Diabete di Tipo 2.
Innanzitutto vi si accede tramite una pagina web sul portale Aifa. Il programma prevede una serie di domande precise che a seconda delle risposte che ogni persona inserisce, identifica le strategie corrette e appropriate lasciando, tuttavia, le singole scelte attuative al giudizio finale del medico. “L’algoritmo inoltre – evidenzia l’Aifa - non affronta l’impostazione strategica della terapia antiipertensiva sulla base del profilo di rischio cardiovascolare globale (impostazione delle linee guida) a favore di una scelta basata su discriminanti pragmatiche come valori di pressione, caratteristiche demografiche e cliniche, risposta iniziale alla terapia e controindicazioni assolute”.
“L'algoritmo non è 'Doctor Google’ - ha spiegato
Luca Pani, direttore generale dell'Aifa presentando il progetto - e non c'è la volontà di insegnare ai medici il loro lavoro, ma è un servizio che offriamo per migliorare l’appropriatezza e l’informazione sulla base delle evidenze scientifiche. Abbiamo replicato all'interno dell'algoritmo il percorso logico di tutti i grandi medici quando si trovano davanti un nuovo paziente. L’appropriatezza prescrittiva, così come l’aderenza del paziente alle prescrizioni del medico, sono infatti requisiti fondamentali per l’efficacia dei trattamenti e il contenimento della spesa sanitaria”.
“Non si tratta di linee guida né di note limitative – ha spiegato Pani– ma di un servizio aperto a tutti e suscettibile di ulteriore perfezionamento, qualora emergessero nuove evidenze scientifiche. Uno schema che traduce il percorso logico che un grande clinico compie quando si trova di fronte a un paziente iperteso, prima di definire la terapia più appropriata al caso specifico. L’algoritmo consente di individuare strategie per popolazioni di pazienti e non è una guida alla scelta della terapia specifica, tuttavia riteniamo sia uno strumento prezioso non solo per il medico ma anche per il paziente, che troverà informazioni certificate e utili per acquisire maggiore consapevolezza sulla sua condizione e potrà avere un ruolo più attivo nella gestione della patologia. Ciò che si evince è che il farmaco non è sempre la scelta ottimale e che l’adozione di comportamenti corretti rappresenta nella maggior parte dei casi la prima soluzione che il clinico tenderà a suggerire al paziente”.
Per il presidente della Siia,
Claudio Borghi “l’algoritmo è ideato per chiunque, perché le attività condivise con Aifa sono pubbliche e devono essere visualizzabili da tutti. Il nostro intento è di permettere, da un lato al medico di arrivare più rapidamente ad una decisione dal punto di vista terapeutico essendo liberato dalla necessità di dover eseguire un ragionamento complesso e dall’altro al paziente per comprendere l’appropriatezza e avere informazioni sull’adeguatezza delle terapie”.
“Con questo innovativo sistema on line – ha precisato il Presidente dell’AIFA,
Sergio Pecorelli – si è in grado di orientare il medico nella definizione della terapia personalizzata per il trattamento dell’Ipertensione Arteriosa, problema clinico e terapeutico di grande rilevanza in Italia, la cui incidenza aumenta con l’età raggiungendo i livelli più elevati nella popolazione anziana. È pertanto fondamentale intervenire precocemente, modificando gli stili di vita e utilizzando in modo appropriato i farmaci antiipertensivi, in modo da prevenire possibili eventi cardiovascolari e ridurre la spesa sanitaria ad essi correlata”.
I numeri dell'Ipertensione. L’ipertensione arteriosa colpisce circa il 40% delle popolazioni industrializzate e la sua prevalenza è in aumento in tutto il mondo. Il 54% degli ictus e il 47% delle malattie coronariche sono attribuibili all’ipertensione, che è causa di 7,6 milioni di morti ogni anno (13,5% del totale) e di 6,3 milioni di anni di disabilità (4,4% del totale). È presente inoltre come co-morbilità nel 90% circa dei pazienti con malattie cardiovascolari.
In Italia, secondo i dati OsMed, il 28,3% della popolazione assistibile risulta affetto da ipertensione (30-40% della popolazione generale). In poco più della metà dei pazienti (55,5%) il trattamento antipertensivo viene assunto con continuità (+0,2% nel 2014 rispetto al 2013). L’aderenza è leggermente superiore al Nord (56,8%), rispetto al Sud (56,2%) e soprattutto al Centro (50,4%), con minime differenze di genere (uomini 57,4%; donne 53,9%), e aumenta al crescere dell’età, nei pazienti già in trattamento e in quelli con pregresso evento cardiovascolare o diabete.
Intervenire sui livelli pressori – come dimostrano recenti studi e meta-analisi – ha un impatto molto significativo nella riduzione dei rischi di eventi cardiovascolari gravi o fatali. Ecco perché è fondamentale accrescere le percentuali di successo nel trattamento del paziente iperteso. La definizione di un algoritmo terapeutico rappresenta quindi il supporto a una strategia di appropriatezza delle scelte.