Non è un mistero che, andando avanti con gli anni, per quanto si continui con costanza a frequentare la palestra o a sbracciarsi su un campo da tennis, la massa muscolare pian piano si sciolga come neve al sole e con questa anche la forza fisica.
Un fenomeno che fa parte della fisiologia dell’invecchiamento, che secondo Cicerone in realtà sarebbe una vera e propria malattia. Ma nonostante l’età media dai tempi dell’antica Roma si sia sensibilmente allungata, particolarmente nel nostro Paese, ancora nessuno scienziato ha trovato una ‘cura’ efficace contro l’invecchiamento.
E’ noto da tempo che il segreto dell’eterna giovinezza potrebbe essere racchiuso nei telomeri, quella specie di ‘cornetti’ svettanti sopra i cromosomi. I telomeri si riducono con il passare del tempo e questo ha portato ad ipotizzare che la loro progressiva scomparsa avrebbe un ruolo nei processi di invecchiamento.
Questo ha scatenato una vera e propria caccia al tesoro negli ultimi anni, che ha visto impegnati biochimici di tutto il modo nel tentativo di contrastare l’accorciamento del telomero. Qualche azienda
smart d’oltreoceano ha anche messo sul mercato qualche miracolosa e costosissima pillola anti-accorciamento dei telomeri e dunque – a sentir loro - anti-invecchiamento. Ma non ci risulta che questo effetto ‘
cocoon’ sia mai stato raggiunto da qualcuno di questi costosissimi preparati, né che qualcuno abbia mai raggiunto l’età di Matusalemme grazie al mirabolante supplemento.
Conviene forse fare un passo indietro, un bagno di umiltà (e di onestà) e cominciare ad analizzare il problema invecchiamento nelle sue varie componenti, per cercare di trovare finalmente quel bastone da mettere tra le ruote del tempo che passa.
Uno dei marchi di fabbrica dell’invecchiamento è proprio la riduzione della massa muscolare che può arrivare fino a gradi estremi di sarcopenia e le cause di questo fenomeno sono rimaste finora in gran parte sconosciute.
Ma adesso, uno studio appena pubblicato su
Journal of Biological Chemistry suggerisce un’intrigante ipotesi. Si tratta di un’osservazione preliminare che andrà confermata e magari integrata con altre conoscenze, ma intanto un gruppo di ricercatori dell’Università dell’Iowa sostiene di aver scoperto una proteina alla base della riduzione della massa muscolare e della perdita di forza, caratteristici dell’invecchiamento.
La proteina in questione, contraddistinta dalla sigla ATF4, è un fattore di trascrizione che altera l’espressione di alcuni geni a livello del muscolo scheletrico, causando in questo modo una ridotta sintesi proteica e di conseguenza una riduzione della massa e della forza muscolare.
Lo stesso studio ha individuato anche due composti naturali, uno presente nella buccia delle mele (acido ursolico) e uno nei pomodori verdi (tomatidina), in grado di ridurre l’attività dell’ATF4, nei topi vecchi. La supplementazione della dieta di questi animali con tomatidina e acido ursolico per due mesi, ha prodotto un aumento della massa muscolare del 10% e addirittura del 30% della forza muscolare. L’acquisizione di tutte queste informazioni – ritengono gli autori - potrebbe insomma portare ad una terapia specifica per contrastare l’atrofia e la perdita di forza muscolare nell’anziano.
“Molti di noi – riflette
Christopher Adams, professore di Medicina Interna, presso l’Università dell’Iowa e autore anziano dello studio - hanno esperienza diretta del fatto che l’atrofia e la perdita di forza muscolare rappresentano un grosso problema man mano che si va avanti negli anni. Questi problemi possono avere un profondo impatto sulla qualità di vita e sulla salute.
I risultati del nostro studio suggeriscono che l’acido ursolico e la tomatidina potrebbero essere utilizzati per contrastare la perdita di massa e di forza muscolare negli anziani”.
I ricercatori americani hanno quindi pensato di utilizzare questi due composti come ‘esche’ per risalire alle radici più profonde della sarcopenia dell’anziano e sono dunque andati avanti con il loro esperimento.
Andando ad indagare gli effetti molecolari dell’acido ursolico e della tomatidina nel muscolo senescente, il gruppo di Adams ha scoperto che entrambi i composti andavano a ‘spegnere’ un gruppo di geni che vengono attivati dal fattore di trascrizione ATF4.
I ricercatori si sono dunque ‘costruiti’ una razza di topi OGM, mancanti dell’ATF4 nel muscolo scheletrico, scoprendo così che, almeno a livello muscolare, questi animali non mostravano gli insulti del tempo.
“Riducendo l’attività dell’ATF4 – spiega Adams - l’acido ursolico e la tomatidina consentono al muscolo scheletrico di riprendersi dagli effetti dell’invecchiamento”.
E partendo da questi presupposti, il gruppo di ricercatori dell’Università dell’Iowa sta ora lavorando alla messa a punto di supplementi a base di tomatidina e acido ursolico, da somministrare agli anziani con ridotta massa muscolare, nell’intento di cancellare così i segni del tempo dai loro muscoli affaticati. Sperando che non sia solo l’ennesimo grande miraggio.
Maria Rita Montebelli