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QS Edizioni - venerdì 22 novembre 2024

Scienza e Farmaci

Scompenso cardiaco. Ecco la ricetta “svedese”: 20 minuti al giorno a piedi o in bicicletta. Soprattutto dopo i 60 anni. Ma senza esagerare 

di Maria Rita Montebelli
immagine 14 agosto - E’ quanto dimostra un vasto studio osservazionale condotto in Svezia su oltre 33 mila maschi ultra sessantenni. Venti minuti al giorno sembra la dose ideale. Non solo la sedentarietà infatti, ma anche gli eccessi sportivi fanno aumentare il rischio di scompenso
Basta una passeggiata al giorno o un giro in bicicletta per proteggersi dallo scompenso cardiaco dopo i 60 anni. Lo dimostra uno studio appena pubblicato online first su Journal of the American College of Cardiology: Heart Failure che dimostra come un’attività fisica moderata sia un toccasana contro lo scompenso cardiaco, condizione per la quale non si riescono da anni a trovare nuove terapia farmacologiche realmente efficaci.
 
E lo studio dimostra anche che non è mai troppo tardi per iniziare a muoversi; adottare un comportamento ‘sportivo’ ragionevole giova più, contro lo scompenso cardiaco, che non essere stati dei grandi sportivi in passato.
 
Lo scompenso cardiaco è una condizione caratterizzata dal fatto che il cuore non riesce a svolgere più adeguatamente la sua funzione di pompare il sangue in modo adeguato alle necessità dei vari distretti corporei. A soffrire di questa condizione sono non meno di 23 milioni di persone nel mondo; il rischio di ammalarsi di scompenso nel corso della vita di ognuno è pari al 20% e va aumentando con la progressiva e sempre maggiore longevità della popolazione.
 
Lo studio appena pubblicato ha interessato 33.012 uomini della Cohort of Swedish Men, seguita dal 1998 al 2012 o fino alla comparsa di scompenso cardiaco, per valutare se l’attività fisica fosse associata ad una variazione del rischio di scompenso cardiaco. Il grado di attività fisica è stato valutato al momento dell’arruolamento nello studio mediante un questionario che esplorava la tipologia e il grado di attività svolta intorno ai 60 anni e circa 30 anni prima.
 
I risultati dimostrano che il rischio maggiore di scompenso cardiaco si riscontra nei maschi impegnati in livelli di attività fisica strenua (rischio del 47%) o minimi (rischio del 51%), rispetto ai soggetti che svolgono un’attività fisica moderata. Andando ad analizzare i vari tipi di attività fisica, gli autori dello studio hanno evidenziato che quella migliore per il cuore, quella cioè che si associa alla maggior riduzione di rischio di scompenso cardiaco, è camminare o andare in bicicletta 20 minuti al giorno. Questo tipo di attività è risultata associata infatti ad una riduzione del rischio di scompenso cardiaco del 21% e alla più lunga sopravvivenza senza scompenso cardiaco. Le persone dedite ad un’attività fisica moderata, alle quali veniva fatta diagnosi di scompenso cardiaco nel corso dello studio erano in media 8 mesi più anziane degli scompensati sedentari.
 
Non solo la quantità, ma anche la tipologia di attività fisica è importante ai fini della riduzione del rischio di scompenso cardiaco. Camminare e andare in bicicletta  più di un’ora a settimana, sono risultate le attività più protettive; non così l’attività fisica inerente all’attività lavorativa o ai lavori domestici. E nemmeno essere stati grandi sportivi all’età di 30 anni, riesce ad proteggere dallo scompenso cardiaco nei decenni successivi.
 
 
“I partecipanti allo studio – afferma uno degli autori dello studio, Andrea Bellavia, Karolinska Institutet, Stoccolma – hanno fornito informazioni sulla loro attività fisica all’età di 30 anni e di quella del periodo a ridosso del momento dell’arruolamento, all’età di circa 60 anni. In questo modo siamo riusciti a valuta l’impatto a lungo termine dell’attività fisica sullo scompenso cardiaco. Così abbiamo scoperto che l’attività fisica svolta in tempi recenti è un fattore di protezione contro lo scompenso cardiaco più importante che l’attività fisica svolta in tempi passati. L’attività fisica ‘recente’ riesce anche a ritardare la comparsa di scompenso cardiaco in quanti si dedicano a camminare o ad andare in bicicletta 20 minuti al giorno”.
 
Ma non bisogna esagerare. Un’attività fisica strenua, come correre per lunghe distane o fare un lavoro manuale pesante può stressare l’organismo e influenzare quindi in maniera negativa la salute del cuore.
 
“La relazione a ‘U’ tra il grado di esercizio fisico, sia eccessivo che troppo scarso e la comparsa di scompenso cardiaco – commenta Christopher O’Connor, direttore di Journal of the American College of Cardiology: Heart Failure – è un dato inedito che andrà approfondito da ulteriori studi nel campo della prevenzione”.“Di certo – scrivono in un editoriale di commento allo studio, SteveJ. Keteyian e Clinton A. Brawner, Divisione di Medicina Cardiovascolare dell’Henry Ford Hospital di Detroit – questi risultati devono ricordarci che ancora sappiamo relativamente poco su come le variazioni di attività e la ‘dose’ dell’esercizio fisico possano impattare sull’inizio della malattia. Questi risultati rinforzano il messaggio che un livello moderato di attività fisica rappresenta un’importante strategia comportamentale”.
 
Maria Rita Montebelli
14 agosto 2015
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