Lixisenatide è il primo GLP-1 analogo a tagliare il traguardo di uno studio di
safety cardiovascolare, realizzato secondo la
guidance dell’FDA. Ed è un successo.
I risultati dello studio di fase IIIb ELIXA (
Evaluation of Cardiovascular Outcomes in Patients With Type 2 Diabetes After Acute Coronary Syndrome During Treatment With Lixisenatide), presentati al congresso dell’American Diabetes Association dimostrano infatti che lixisenatide è un farmaco sicuro sull’apparato cardiovascolare, quando somministrato a persone adulte con diabete di tipo 2 e ad elevato rischio cardiovascolare.
Centrato dunque l’obiettivo della non inferiorità
versus placebo relativamente all’
endpoint composito primario comprendente mortalità cardiovascolare, infarto miocardico non fatale,
stroke non fatale e ricovero per angina instabile. Ma la bilancia dei dati non pende verso la superiorità.
Rassicuranti anche i dati sullo scompenso cardiaco, per il quale non sono state registrate differenze nelle ospedalizzazioni tra gruppo trattato con lixisenatide e controllo. Stessa cosa per pancreatiti, cancro del pancreas ed episodi di ipoglicemia gravi sintomatici.
Questi risultati andranno a far parte del dossier registrativo che Sanofi si appresta a sottomettere di nuovo all’FDA nel terzo trimestre di quest’anno.
“L’importanza di determinare la sicurezza cardiovascolare dei farmaci anti-diabete, come stabilito dalla
guidance dell’FDA pubblicata nel 2008, è ampiamente condivisa – ricorda
Marc Pfeffer, Professore di Medicina alla Harvard Medical School, Divisione di Medicina Cardiovascolare del Brigham and Women's Hospital di Boston, Direttore dello
Steering Committee di ELIXA – Molti pazienti nel mondo sono trattati con analoghi del GLP-1, dei quali non sono noti gli effetti cardiovascolari. ELIXA va anche oltre i requisiti di analisi previsti dalla
guidance dell’FDA e fornisce dati sullo scompenso cardiaco e altre condizioni, che attualmente non sono disponibili per nessun agonista del recettore del GLP-1. I nostri dati offrono dunque alla comunità scientifica, ai pazienti e ai medici informazioni che dimostrano come lixisenatide possa essere utilizzata in sicurezza per controllare meglio la loro glicemia”.
Lixisenatide ha centrato il criterio prespecificato di non inferiorità
versus placebo relativamente all’
endpoint primario MACE + (mortalità cardiovascolare, infarto miocardico non fatale,
stroke non fatale, ricovero per angina instabile), con un HR di 1.017. Non sono stati riscontrati segnali d’allarme sul fronte dello scompenso cardiaco (HR 0.96).
Sicurezza dimostrata anche sul fronte delle pancreatiti (rilevate nello 0,2% dei pazienti trattati con lixisenatide e nello 0,3% del gruppo di controllo), dei tumori del pancreas (< 0,1% nel gruppo lixisenatide contro lo 0,3% del placebo), delle ipoglicemie gravi sintomatiche (0,3 eventi per 100 anni-paziente con lixisenatide e 0,6 eventi per 100 anni-paziente nel gruppo di controllo), delle patologie neoplastiche in generale (diagnosticate nel 2,9% dei pazienti trattati con lixisenatide e nel 2,6% dei soggetti del gruppo di controllo).
Lo studio ELIXA, randomizzato, in doppio cieco a gruppi paralleli è stato realizzato per dimostrare la
safety cardiovascolare di lixisenatide, un agonista del recettore del
glucagon like peptide-1 (GLP-1 RA), confrontato con il placebo in una popolazione di adulti con diabete di tipo 2 ad elevato rischio cardiovascolare (pazienti con una sindrome coronarica acuta nella loro storia recente). Lo studio ha arruolato oltre 6 mila pazienti. Iniziato nel giugno 2010, è stato completato quest’anno ed è il primo
trial di
safey cardiovascolare per un GLP-1 agonista ad aver tagliato il traguardo.
Il farmaco, approvato in Europa nel 2013, è attualmente utilizzato in 50 Paesi nel mondo, ma non ancora negli Stati Uniti.
Maria Rita Montebelli