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QS Edizioni - venerdì 22 novembre 2024

Scienza e Farmaci

Epatite C. Gizzi (Assofarm) su querelle Pani-Rossi: “Se la Toscana avrà successo si metta in discussione il sistema di trattative tra Stato e industria farmaceutica”

di Venanzio Gizzi
immagine 10 giugno - Nei prossimi mesi capiremo chi ha fatto bene i calcoli e se in tutta la vicenda ci sono state irregolarità. La nostra posizione al riguardo è scontata: stiamo dalla parte dei pazienti in maniera incondizionata. Se la concorrenza di mercato è un concetto che deve essere accettato dalle farmacie, lo stesso concetto deve essere fatto proprio dall’industria farmaceutica, Stato e Regioni.
Speriamo che non sia sfuggita a nessuno la portata politica di quanto recentemente accaduto in Toscana a proposito dei farmaci per la cura dell’Epatite C. I fatti sono stati riportati da diversi quotidiani e testate di settore. A metà maggio la Giunta della Regione Toscana delibera che il farmaco per la cura dell’Epatite C verrà distribuito gratuitamente a tutti i pazienti regionali che ne hanno bisogno. Un impegno che economicamente si traduce in circa 60 milioni di euro per il prossimo triennio, ma che dovrebbe anche produrre risparmi per il fatto che, bloccare la progressione del danno epatico in uno stadio precoce, risolve definitivamente la malattia, riduce il rischio di diffusione ed evita tutte le spese derivanti dal trattamento della malattia.
 
Sulla vicenda si è subito innestata una polemica a distanza tra Regione Toscana, Aifa e addirittura associazioni di malati: per l’Agenzia del Farmaco l’operazione rischia di basarsi su calcoli sbagliati, le associazioni prevedono squilibri di trattamento tra le diverse regioni e dubitano che sia lecito bypassare gli accordi negoziali nazionali. Da parte sua, la Regione ribatte dicendo che i conti di Aifa non considerano i risparmi dovuti all’effetto-prevenzione e ai costi rivisti a seguito della fine del monopolio del farmaco. Aifa risponde a Rossi che non è possibile negoziare individualmente il prezzo del farmaco.

In tutta risposta, la Regione Toscana prima annuncia poi realizza una gara di acquisto dei farmaci per abbassarne il prezzo e garantire l’attuazione del piano a costi sostenibili. “L’Aifa non ha certo tra le sue funzioni quella di garantire i prezzi e gli assetti di mercato impedendo la possibilità di ulteriori sconti su ulteriori forniture. Pertanto io invito anche le altre Regioni a seguire l’esempio della Toscana. In gioco ci sono valori fondamentali e la salute dei nostri concittadini”, ha dichiarato il Presidente toscano Rossi, così come scritto su Quotidiano Sanità. Ultimo fatto in ordine di tempo: l’asta della Regione Toscana con limite massimo di 3.300 euro va deserta, e un articolo delle pagine locali di Repubblica ipotizza non solo che nel prossimo futuro si indirà una nuova asta senza tetti, ma che addirittura la Giunta Rossi possa adire le vie legali per verificare se c’è stato cartello tra le aziende produttrici al fine di scongiurare un abbassamento dei prezzi di vendita.

Fa bene chi mette sul tavolo questioni di equilibri gestionali delle Regioni. Da sempre Assofarm sostiene l’applicazione del dettato costituzionale della parità di diritti sanitari tra tutti i cittadini italiani, quale che sia la loro regione di residenza. Ma questo impegno non può tradursi in una penalizzazione degli utenti per coprire eventuali inefficienze di sistema del SSN. La Pubblica Amministrazione esiste per essere funzionale alla vita dei cittadini, non viceversa.

Se questa è la linea, non sembra aver concretezza la critica mossa alla Regione Toscana di avviare iniziative avventate per puri scopi elettorali (ricordiamo che nel frattempo ci sono state le elezioni regionali, che hanno visto la riconferma di Rossi): sempre Quotidiano Sanità riporta di un netto consenso all’iniziativa della Giunta da parte del Consiglio Sanitario Regionale, organo tecnico in cui è presente anche sia l’Ordine dei Medici di Firenze che professionisti e tecnici del Servizio Sanitario Regionale. Sembrano insomma esserci tutte le basi di sostenibilità scientifica e ed economica. Nei prossimi mesi capiremo chi ha fatto bene i calcoli e se in tutta la vicenda ci sono state irregolarità, ma se la Regione Toscana otterrà quanto si propone, potrebbe aprirsi una discussione sull’attuale sistema di trattative tra Stato e industria farmaceutica.

La nostra posizione al riguardo è scontata: stiamo dalla parte dei pazienti in maniera incondizionata. Non diversamente da quando promuoviamo l’utilizzo di farmaci equivalenti o una diversa remunerazione del farmacista non più basata sui fatturati prodotti, o da quando spingiamo per la distribuzione in nome e per conto.

Se la concorrenza di mercato è un concetto che deve essere accettato dalle farmacie italiane come strumento di contenimento della spesa sanitaria delle famiglie, lo stesso concetto deve essere altrettanto fatto proprio dall’industria farmaceutica, da Stato e Regioni come strumento di ottimizzazione della spesa pubblica.

Venanzio Gizzi
Presidente Assofarm


Fonte: Editoriale Newsletter Assofarm 
10 giugno 2015
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