(Reuters Health) - La diagnosi precoce di diabete di tipo 2 permetterebbe di ridurre il rischio di incorrere in problemi cardiovascolari. È quanto emerge da uno studio realizzato sulla base di modelli computazionali. “Per poter valutare in che modo lo screening possa realmente prevenire i problemi cardiovascolari, bisognerebbe paradossalmente suddividere la popolazione diabetica in due gruppi e trattarne solo uno, confrontando poi i risultati. Ma questo è ovviamente eticamente inaccettabile” spiega il dottor
William Herman dell’Università del Michigan (USA), autore dello studio.
Per cui, una modalità alternativa è rappresentata da modelli computazionali in grado di simulare la progressione del diabete e delle sue complicazioni, in termini di problemi di salute, qualità della vita e costi da sostenere. Per mettere a punto questo modello, il team del dott. Herman ha utilizzato i dati ottenuti da un ampio studio europeo condotto su persone di età compresa tra 40-69 anni. I soggetti che dallo screening sono risultati diabetici, sono stati sottoposti a trattamento farmacologico e a follow up a 5 anni.
I ricercatori hanno utilizzato un modello noto come “Michigan Model” per valutare cosa sarebbe accaduto ai partecipanti se nel corso dei 5 anni la diagnosi di diabete fosse stata ritardata di 3 o 6 anni. Nel primo caso (ritardo nella diagnosi di 3 anni) si è stimato che circa l’11% delle persone avrebbe manifestato problemi cardiovascolari, rispetto all’8% dei pazienti con diagnosi tempestiva. Quando invece il ritardo è di 6 anni il rischio salirebbe al 13% .
Fonte: Diabetes Care 2015
Kathryne Doyle
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)