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QS Edizioni - venerdì 22 novembre 2024

Scienza e Farmaci

Cancro. Ecco i 3 screening salva vita. Come tenersi aggiornati sui test offerti dal Ssn per il tumore del seno, della cervice uterina e del colon retto. Il vademecum del ministero 

immagine 5 aprile - Il ministero della Salute ha realizzato un vero e proprio vademecum per donne e uomini per facilitare l’accesso ai tre test per la prevenzione dei tumori inseriti nei programmi di screening pubblici. Ecco cosa fare e quando. I testi consigliati dalla mammografia all'Hpv. Ogni anno inviati 10 milioni di avvisi ed effettuati oltre 5 milioni di esami.
In Italia, secondo le indicazioni del ministero della Salute, il Servizio sanitario nazionale fornisce gratuitamente accertamenti per la diagnosi precoce dei tumori all'interno di programmi di screening:
• tumore del seno
• tumore del collo (cervice) dell'utero
• tumore del colon-retto
 
Se sei nell'età prevista dallo screening riceverai a casa una lettera d’invito. Nella lettera troverai una presentazione del programma e la comunicazione di un appuntamento presso il centro screening di zona. Verrà indicato cosa dovrai fare e come. La lettera conterrà anche un’informativa e un allegato da firmare in merito al trattamento dei dati personali e sensibili.
 
Ogni anno più di 10 milioni di inviti e oltre 5 milioni di esami. La diagnosi precoce in campo oncologico può essere frutto del caso, quando, per esempio, il tumore viene scoperto grazie a un esame effettuato per altri motivi e non con lo scopo specifico di cercare un cancro. Molto più spesso, però, il merito della scoperta precoce di alcuni tra i tumori più diffusi deve essere attribuito a programmi di screening appositamente studiati.
In Italia i programmi di screening per il tumore della mammella, della cervice uterina e del colon retto sono sempre più estesi sul territorio nazionale e la partecipazione della popolazione è sempre più elevata, anche grazie agli indirizzi normativi ministeriali. Sono state più di 10 milioni le donne invitate nel 2013 e più della metà hanno aderito agli screening.
 
Lo screening è gratuito e non occorre la richiesta del medico. Per effettuare lo screening non serve l’impegnativa del medico, perché non è necessario pagare il ticket. Basta portare con te la lettera d’invito oltre alla tessera sanitaria con banda magnetica e seguire le indicazioni contenute nella lettera, compresi gli accorgimenti da adottare prima di effettuare il test. Potrai richiedere un giustificativo per l'assenza dal lavoro.
L’esame di screening non è obbligatorio. Noi però ti consigliamo di farlo perché l’esperienza scientifica dice che è un esame molto efficace. Parlane con il tuo medico, che saprà consigliarti.
La risposta ti verrà spedita a casa.
 
Quando effettui lo screening porta sempre con te gli esami precedenti. E' sempre consigliabile portare in visione la documentazione sanitaria di eventuali esami effettuati in precedenza (Pap-test, colposcopie o mammografie) o trattamenti effettuati anche fuori dal programma di screening. Il confronto è utilissimo per poter svelare un minimo cambiamento della situazione precedente.
 
In caso di esito dubbio o positivo la Asl ti contatterà direttamente. Se non risulta nulla di sospetto all’esame di screening, nel giro di poche settimane riceverai la comunicazione dell’esito attraverso una lettera a domicilio.
Qualora l’esito dell’esame sia dubbio o evidenzi alterazioni cellulari, non necessariamente di origine tumorale, verrai contattata telefonicamente per concordare gli ulteriori accertamenti.
 
Se non ricevi la lettera di invito, informati presso la Asl e il tuo medico. Se non hai ricevuto mai un invito dalla ASL o non hai aderito al programma, puoi telefonare alla tua ASL per chiedere un appuntamento o chiedere consigli al medico di famiglia.
Il medico svolge un ruolo fondamentale nei programmi di screening, in particolare nella selezione delle persone da invitare, nell’informazione attiva nei confronti della popolazione, soprattutto quella che non aderisce all’invito e delle persone risultate positive al test o richiamate per un approfondimento. E’ importante anche nel supporto psicologico in tutte le fasi del programma.
 
Sì, lo screening va fatto quando non hai sintomi. E’ importante effettuare lo screening proprio quando non hai né segni né sintomi di tumore. Le cellule alterate, infatti, non danno sintomatologia, soprattutto nelle fasi iniziali, ma possono in alcuni anni crescere fino a trasformarsi in un tumore. Sottoponendoti allo screening puoi fare una diagnosi precoce.
Quando i sintomi sono evidenti la malattia può essere ormai in una fase avanzata.
Se in attesa del successivo test di screening si verifica qualcosa di insolito (per esempio, perdite vaginali di sangue al di fuori del periodo mestruale, sangue nelle feci o altro) parlane con il medico o col tuo ginecologo.
 
Anche se sei straniera puoi aderire ai programmi di screening. Il Servizio sanitario nazionale promuove e raccomanda a tutte le donne, italiane e straniere, gli accertamenti per la prevenzione e la diagnosi dei tumori femminili.
Per aderire ai programmi di screening devi essere in possesso della tessera sanitaria, richiesta alla Asl di competenza per il tuo luogo di residenza o di effettiva dimora.
 
Tumore del seno, mammografia a partire dai 50 anni ogni 2 anni
I programmi di screening per la prevenzione del tumore al seno coinvolgono le donne di età compresa tra 50 e 69 anni. Secondo i dati dell'Osservatorio screening 2009-2013 è aumentato il numero delle donne italiane invitate a effettuare una mammografia nel biennio 2011-2012 rispetto al precedente, passando da circa 5.000.000 a quasi 5.300.000. L'adesione all'invito resta sostanzialmente invariata rispetto al 2012, con un valore intorno al 57%.
 
La mammografia è l’esame radiologico del seno che permette di individuare il tumore in una fase molto precoce, in quanto consente di identificare noduli di piccole dimensioni (inferiori a 1 cm), non ancora percepibili al tatto. Se il tumore è piccolo, aumentano le possibilità di guarigione e l’intervento chirurgico è conservativo (molto ridotto).
L’80-90% delle donne con un tumore di piccole dimensioni e senza linfonodi colpiti può guarire definitivamente.
 
La mammografia si esegue ogni 2 anni. In alcune Regioni si sta sperimentando l’efficacia in una fascia di età più ampia, quella compresa tra i 45 e i 74 anni (con una periodicità annuale nelle donne sotto ai 50 anni).
Alcune donne trovano dolorosa (soprattutto in fase premestruale per via della maggiore tensione mammaria) la compressione delle mammelle tra le due piastre dell'apparecchiatura per la mammografia, ma il disagio dura solo il breve tempo necessario per l'esame.
 
Secondo l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc), partecipare allo screening organizzato su invito attivo (mammografia biennale nelle donne di 50-69 anni) riduce del 35% la probabilità di morire per cancro della mammella.
 
Tumore del collo dell’utero, Pap-test o test HPV dai 25 ai 65 anni
I test di screening per i tumori del collo dell’utero (cervice uterina) servono sia a ridurre la mortalità per tumore sia a diminuire l'incidenza della neoplasia invasiva, grazie alla capacità di identificare sia le lesioni tumorali molto precoci che quelle pretumorali. Sono diretti a donne di età compresa tra 25 e 65 anni.
 
I test di screening usati
Pap-test - è un esame semplice e non doloroso, che si esegue prelevando con una spatola e uno spazzolino del materiale presente sul collo dell’utero, che viene “strisciato” e fissato su un vetrino e quindi analizzato in laboratorio. Con il Pap-test si possono evidenziare lesioni pre-tumorali e/o tumorali del collo dell’utero anche molto piccole, che possono essere presenti in assenza di sintomi. Di solito sono curabili con interventi ambulatoriali. Lo screening prevede l’effettuazione del test ogni 3 anni.
 
Test HPV - si effettua in maniera simile al Pap-test. Il materiale prelevato però non è letto al microscopio, come nel Pap-test, ma sottoposto a un esame di laboratorio per la ricerca del virus. Il test HPV si può fare come test di screening, al posto del Pap-test. In questo caso, se il test HPV è positivo il Pap-test diventa un esame di completamento che viene chiamato test di triage.
 
Perché fare il test HPV al posto del Pap-test?
Lo screening con il test HPV al posto del Pap-test si può fare perché molti studi hanno dimostrato che il test HPV trova più lesioni del collo dell’utero di quelle che trova il Pap-test ed è quindi più protettivo.
Inoltre, il test HPV trova queste lesioni più precocemente, e quindi deve essere ripetuto ogni 5 anni invece che ogni 3 anni come il Pap-test.
 
Il test HPV è raccomandato dopo i 30-35 anni perché nelle donne più giovani le infezioni da HPV sono molto frequenti, ma nella maggior parte dei casi regrediscono spontaneamente.
Lo screening con HPV nelle donne sotto i 30-35 anni porta a trovare, e quindi a trattare, delle lesioni che sarebbero regredite spontaneamente.
 
Tumore del colon-retto, SOF a partire dai 50 anni ogni 2 anni, per lei e per lui
Nel 2013 le persone invitate allo screening per il tumore del colon-retto sono state più di 4milioni e 300mila, con un'adesione del 44%. Le persone che effettivamente si sono sottoposte allo screening sono progressivamente aumentate fino ai 3milioni e 500mila nel 2011-12 (I programmi di screening in Italia - dati 2009-2013).
 
Per lo screening del tumore del colon-retto sono impiegati due tipi di test:
• la ricerca del sangue occulto nelle feci (SOF)
• la rettosigmoidoscopia.
 
L’esecuzione periodica di questi esami può salvare molte vite. Il test di screening utilizzato dalla quasi totalità dei programmi di screening è il test SOF, eseguito ogni 2 anni nelle persone tra i 50 e i 69 anni.
 
L’esame, estremamente semplice, consiste nella raccolta di un piccolo campione di feci e nella ricerca di tracce di sangue non visibili a occhio nudo. Le eventuali tracce di sangue sono infatti un indizio della presenza di lesioni che possono, in futuro, degenerare in forme tumorali maligne.
 
Una piccola parte dei programmi di screening attivi in Italia utilizza, al posto della ricerca del sangue occulto, la rettosigmoidoscopia, che consiste nella visualizzazione diretta, tramite una sottile sonda, dell’ultima parte dell’intestino, dove si sviluppa il 70% dei tumori.
 
Fonte: Ministero della Salute

 
5 aprile 2015
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