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Corte d’Appello di Bologna ha stabilito che non è stata la vaccinazione a causare la malattia autistica di cui un bambino si è ammalato. C’è voluta una sentenza dello Stato italiano per ribadire un dato acquisito da tempo nella comunità scientifica e cioè che non c’è correlazione tra vaccinazione e autismo. L’Istituto Superiore di Sanità si era espresso già nel merito sottolineando come non ci fosse nessuna evidenza in grado di stabilire un nesso di causalità tra la vaccinazione e la malattia autistica. L’ultima e più recente revisione sistematica pubblicata sul
Journal of Pediatrics nel marzo del 2013 andava in questa direzione, così come i dati forniti dai CDC di Atlanta e da tutti le ricerche finora effettuate.
Eppure c’è stato bisogno di un processo, con più di un grado di giudizio. Ciò che preoccupa non è tanto la vicenda in sé, ma sue le ricadute in termini di salute pubblica. Nella storia della medicina poche cose hanno mutato le condizioni socio-sanitarie e la qualità della vita delle persone come è accaduto con gli antibiotici e le vaccinazioni. Queste ultime, in particolare, segnano ancora la differenza di equità nell’accesso alla salute tra il Sud e il Nord del mondo e la copertura vaccinale rimane un indicatore importante per identificare un Paese dove la sanità pubblica è degna di questo nome.
Ritrovarsi oggi a ribadire questi concetti e a difendere una cultura della vaccinazione e della prevenzione implica responsabilità complesse da parte di tutti. L’effetto mediatico di queste vicende ha fatto registrare nel nostro Paese una tendenza alla riduzione della copertura vaccinale che ha già danneggiato centinaia di persone, soprattutto bambini e anziani, cioè i soggetti più vulnerabili.
Ci auguriamo che questa sentenza sia un volano per una buona informazione che contribuisca a supportare le evidenze scientifiche e, soprattutto, che non vengano più usate vicende dolorose per mettere a rischio risultati consolidati in tanti decenni di campagne di prevenzione per tutelare la salute di tutti.
Walter Ricciardi
Commissario Istituto Superiroe di Sanità