I recettori NMDA (glutamate-gated N-methyl-D-aspartate) giocano un ruolo cruciale nella plasticità strutturale e funzionale delle sinapsi (i punti di contatto tra una cellula nervosa e l’altra che permettono la comunicazione tra cellule), nel corso dello sviluppo del cervello, dopo la nascita e in età adulta. Per questo sono assolutamente fondamentali per il corretto funzionamento di molte attività cognitive, quali l’apprendimento e la memoria.
E a riprova di questo, anomalie del loro funzionamento sono state associate ad un ampio spettro di disturbi psichiatrici e neurologici.
Questi recettori sono strutturalmente degli eterotetrameri, nella cui composizione rientrano tipicamente le subunità GluN1 e GluN2; ed è la composizione precisa della subunità, a determinare le proprietà funzionali di questi recettori.
I recettori NMDA sono unici tra tutti i recettori per i neurotrasmettitori poiché per essere attivati è necessario che vi si leghino contemporaneamente sia il glutammato, che un coagonista, che può essere la glicina o la D-serina.
Ancora oggi non è noto se esista un legame preferenziale per un coagonista o per l’altro, a livello di sinapsi specifiche; insomma non è ancora noto il ‘dove, come, quando’ dei singoli coagonisti a livello delle sinapsi delle varie aree del cervello.
La ricerca pubblicata su
PNAS (
Proceedings of the National Academy of Sciences USA) ha cercato dunque di determinare la ‘predilezione’ delle sinapsi dell’ippocampo per l’uno o l’altro coagonista e anche la finestra temporale nell’ambito della quale glicina e D-serina entrano in ballo, per controllare l’attività dei recettori NMDA a livello delle sinapsi eccitatorie dell’ippocampo, nel cervello maturo e in quello in via di sviluppo.
Gli autori di questo studio hanno dimostrato che ogni sinapsi ha il suo coagonista ‘preferito’ nel legame al recettore NMDA e che la ‘scelta’ è stabilita nel corso dello sviluppo. Questi risultati sottolineano inoltre l’importanza delle differenze spaziali e temporali nel tipo di coagonista che entra in gioco, per definire eventuali interventi terapeutici, mirati al trattamento di deficit nell’attività dei recettori NMDA.
“Questo studio - spiega il professor
Loredano Pollegioni, dell’Università degli studi dell’Insubria, direttore del centro di ricerca interuniversitario “The Protein Factory” e coautore della ricerca - ha permesso di concludere che il tipo del coagonista (D-serina rispetto a glicina), che regola l’attività di questa importante classe di recettori, dipende dal tipo di sinapsi ed è regolato durante lo sviluppo. Tale cambiamento coincide con la composizione in subunità dei recettori NMDA a livello post-sinaptico e con la maturazione della sinapsi stessa. Definire i meccanismi che concorrono alla regolazione dell’attività di questi recettori è fondamentale per comprendere il funzionamento del cervello e per studiare malattie neurologiche e psichiatriche. Chiarire il ruolo dei neuromodulatori, ossia le molecole-segnale che agiscono su diverse regioni del cervello – prosegue
Pollegioni - ci aiuterà a chiarire i complessi meccanismi che ne controllano il funzionamento e a trovare nuove terapie per pazienti affetti da importanti patologie come la schizofrenia, il disturbo bipolare o il dolore neuropatico”.
Il lavoro pubblicato su PNAS evidenzia il grado di eccellenza della ricerca nel settore delle biotecnologie applicate alle neuroscienze raggiunta dai ricercatori del Dipartimento di Biotecnologie e Scienze della Vita dell’Università dell’Insubria. Per la sua realizzazione,
Silvia Sacchie Loredano Pollegioni hanno sviluppato, mediante tecniche di ingegneria proteica, enzimi in grado di riconoscere in modo efficiente e selettivo i diversi neuromodulatori e hanno messo a punto delle sofisticate tecniche analitiche.
Maria Rita Montebelli