Uno studio in via di pubblicazione sul numero di ottobre di
Clinical Gastroenterology and Hepatology, condotto da ricercatori del
Fred Hutchinson Cancer Research Center (Seattle, USA) e del
Cancer Control Group, QIMR Berghofer Medical Research Institute (Brisbane, Australia) tira in ballo un nuovo fattore di rischio per il cancro.
Dopo tanto parlare di obesità, adesso a scendere in campo è l’altezza, o meglio la bassa statura, che secondo gli autori di questo vasto studio epidemiologico e genetico rappresenterebbe un fattore di rischio per l’adenocarcinoma dell’esofago e per l’esofago di Barrett, suo precursore.
Il
Barrett’s and Esophageal Adenocarcinoma Consortium ha raccolto ed analizzato dati relativi a 999 casi di adenocarcinoma dell’esofago, 2061 casi di esofago di Barrett e li ha confrontati con 2168 controlli.
L’altezza è risultata associata in maniera inversamente proporzionale al tumore dell’esofago e all’esofago di Barrett: in media, ogni 10 cm di altezza, il rischio si riduce del 30% per entrambe le condizioni.
Gli autori concludono, che non essendo stato possibile individuare fattori genetici in grado di spiegare il rischio collegato alla bassa statura, sarebbe bene effettuare studi di tipo ‘meccanicistico’ per spiegare questo fenomeno. Nel frattempo, suggeriscono i ricercatori, l’altezza potrebbe essere utilizzata nella stratificazione clinica del rischio per queste patologie.
Maria Rita Montebelli