Ricorre oggi la 21
a Giornata Mondiale dell’Alzheimer, una manifestazione a livello globale con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sull'argomento, combattendo lo stigma che spesso circonda la malattia, ed individuare strategie di azione collettive per ridurne il peso complessivo.
1) Prenditi cura del tuo cuore, 2) sii attivo dal punto di vista fisico, 3) segui una dieta sana, 4) sfida il tuo cervello, 5) godi delle attività sociali: sono le cinque risposte alla domanda come “Possiamo ridurre il rischio?”. Questo quesito rappresenta il simbolo della Manifestazione di quest’anno ed è il tema del Mese Mondiale dell’Alzheimer (World Alzheimer’s Month 2014), che tradizionalmente ricorre in settembre. Questi cinque consigli per abbassare il rischio individuale della demenza sono stati riportati dal
World Alzheimer Report 2014, il Rapporto mondiale – realizzato dall’Alzheimer Disease International Adi insieme a Bupa), che è stato appena presentato nel nostro paese dalla Federazione Alzheimer Italia.
A livello globale, 44 milioni di persone soffrono di demenza, un gruppo di patologie in cui rientra l’Alzheimer, ma il Rapporto stima che entro il 2025 il numero potrebbe raddoppiare ed entro il 2050 triplicare. Il costo globale per questa malattia, stimato nel 2010, è risultato pari a circa 600 milioni di dollari.
“Numerosi studi indicano che l’incidenza della demenza è in calo nei Paesi ad alto reddito, grazie al miglioramento dell’istruzione e della salute cardiovascolare”, ha spiegato
Martin Prince, autore del Rapporto. “Dobbiamo dunque fare tutto quanto in nostro potere per accentuare questa tendenza. Con un costo globale di oltre 600 miliardi di dollari, la posta in gioco non potrebbe essere più alta”.
Le indicazioni dell’infografica della manifestazione, rintracciabile sul sito ufficiale (
http://www.alz.co.uk/) sono molto chiare: “Ciò che è buono per il tuo cuore è buono anche per il tuo cervello”. Dunque, il focus riguarda la salute cardiaca, uno dei fattori fondamentali cui prestare attenzione per ridurre il rischio individuale di demenza.
In particolare, i fumatori rispetto ai non fumatori presentano un rischio di demenza aumentato del 45%. Inoltre, l’attività fisica è importante: il consiglio è quello di introdurre una camminata nella propria routine quotidiana, ad esempio scaricando una app per registrare i propri percorsi e i passi compiuti. Per quanto riguarda l’alimentazione, una dieta sana comprende cereali, pesce, legumi e verdure. Mantenere la mente attiva, poi, diminuisce l’indebolimento dell’ippocampo, una regione cerebrale fondamentale per la memoria, che spesso risulta la prima danneggiata in caso di Alzheimer. Anche i momenti di socializzazione potrebbero abbassare il rischio di demenza, anche se soltanto il 17% della popolazione intervistata (dati Bupa) è a conoscenza di questo fattore.
L’attenzione verso tutti questi elementi è importante a qualsiasi età, secondo il messaggio che “
non è mai troppo tardi”, riportato nel Rapporto.
“Età e caratteristiche genetiche rientrano tra i fattori di rischio, ma l’astinenza dal fumo, il consumo di cibi più sani, l’attività fisica e una buona istruzione, se associati all’abitudine di mantenere il cervello in esercizio, contribuiscono in misura significativa a contenere al minimo le possibilità di soffrire di demenza”, ha ricordato
Graham Stokes, DG di Dementia Care, Bupa.
Possono fare tutto questo anche le persone che soffrono già di demenza o che presentano segnali della malattia, contribuendo a rallentarne la progressione”
“Dal punto di vista della salute pubblica, è importante ricordare che gran parte dei fattori di rischio di demenza si sovrappongono a quelli di altre gravi malattie non trasmissibili", ha detto
Marc Wortmann, Direttore esecutivo di ADI. "Nei Paesi ad alto reddito si insiste sempre più sull’importanza di uno stile di vita sano, ma questo non sempre succede nei Paesi a reddito medio-basso. Secondo le stime, nel 2050 il 71% dei soggetti con demenza vivranno in queste zone. Ecco perché la realizzazione di campagne di salute pubblica efficaci può contribuire a ridurre il rischio globale”.
“Inoltre, e prima di tutto, il Rapporto chiede che la demenza sia inserita nei Piani nazionali di salute pubblica al pari di altre importanti malattie non trasmissibili”, ha commentato
Gabriella Salvini Porro, Presidente della Federazione Alzheimer Italia. “In Italia il 27 giugno di quest’anno il Piano Demenze è stato presentato al Ministro della Salute Lorenzin. E il 14 novembre si terrà, presso il Ministero, la Conferenza Internazionale sulla Demenza, cui partecipa anche la Federazione Alzheimer Italia. Auspico che il Piano entri in vigore al più presto per aiutare i malati e i loro familiari e rappresenti il primo passo per la creazione di una rete di servizi indispensabile”.
L’obiettivo globale della NCD Alliance è quello di ridurre il rischio complessivo di demenza del 25% entro il 2025.
Viola Rita