Dimmi di che gruppo sanguigno sei, e ti dirò che rischio di demenza hai. Sembra un test da sotto l’ombrellone, ma è invece l’oggetto di una ricerca rigorosa, tanto da aver meritano la pubblicazione
online first su
Neurology, organo ufficiale dell’
American Society of Neurology e il finanziamento da parte di una serie di istituzioni americane (
National Institute of Neurological Disorders and Stroke,
National Institutes of Health, U.S.
Department of Health and Human Services e
National Heart, Lung, and Blood Institute).
Il gruppo sanguigno AB, il più raro di tutti (è presente nel 4 della popolazione americana) è stato correlato dai risultati di questo studio ad un aumentato rischio dell’82% di disturbi della produzione del pensiero e della memoria che possono arrivare alla demenza, rispetto ai portatori degli altri gruppi sanguigni.
In passato i riflettori si erano accesi sul gruppo O, indicato come a ridotto rischio di cardiopatia ischemica e di
stroke e questo appare consistente con i risultati dello studio pubblicato su
Neurology.
La ricerca, che fa parte dello studio REGARDS (
REasons for Geographic And Racial Differences in Stroke), ha riguardato 30 mila persone seguite per oltre tre anni. Da questa coorte sono stati individuati 495 individui che nel corso del follow up avevano sviluppato problemi cognitivi e sono stati confrontati con 587 soggetti senza disturbi di questa sfera.
Nel gruppo con turbe della memoria e del ragionamento, i portatori del gruppo AB erano il 6%, in dunque rispetto alla media della popolazione generale, nella quale come detto il gruppo AB è rappresentato per il 4%.
Lo studio ha anche esplorato la relazione tra livelli ematici del fattore VIII della coagulazione e demenza; elevati livelli del fattore VIII sono risultati correlati ad un maggior rischio di alterazioni cognitive e demenza. Nello studio REGARDS, i soggetti con i livelli più alti di fattore VIII presentavano un rischio maggiorato del 24% di sviluppare turbe cognitive e gli individui con gruppo AB presentavano un livello medio maggiore di fattore VIII rispetto alle persone con altri gruppi. Questo potrebbe dunque spiegare in parte l’associazione di questo gruppo con l’aumentato rischio di demenza.
“Già da tempo è nota l’associazione di patologie quali ipertensione, ipercolesterolemia e diabete con un aumentato rischio di alterazioni cognitive e demenza – ricorda l’autrice dello studio
Mary Cushman,
University of Vermont College of Medicine (USA) – I gruppi sanguigni sono stati da tempo correlati anche ad altre patologie vascolari come lo
stroke ; i risultati del nostro studio evidenziano ulteriormente la correlazione tra problemi vascolari e salute del cervello. Sono necessarie ovviamente ulteriori ricerche a conferma di questi dati”.
Maria Rita Montebelli